Il Papa militante che finisce per fare causa comune con i peggiori regimi
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Da quanto sembra, Papa Francesco proprio non riesce a resistere al fascino delle cattive compagnie. Da Pechino a Teheran fino a Damasco, il Santo Padre va a raccolta di autocrati e fondamentalisti come un collezionista di francobolli a caccia di esemplari rari. Se il Vaticano dovesse mai inaugurare una mostra sull’Asse del Male, non gli mancherebbe il materiale. Sintonia con Teheran Alla vigilia della ricorrenza dell’Epifania, per l’ennesima volta, Jorge Mario Bergoglio ha alimentato polemiche antisioniste, regalando, al tempo stesso, una vittoria mediatica al regime iraniano. (Nicola Porro)
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Benjamin Netanyahu “ignora le leggi internazionali e i diritti umani”. A dirlo, secondo l’agenzia iraniana Irna, sarebbe stato Papa Francesco. Fonte dell’agenzia, il rettore dell’Università delle Religioni e delle Denominazioni dell’Iran, Abolhassan Navab, che ha incontrato il Pontefice in questi giorni. (Il Fatto Quotidiano)
L'appello di Papa Francesco per la pace, come succede ormai tutte le settimane, è arrivato all'Angelus della domenica: «La Comunità internazionale agisca con fermezza perché nei conflitti sia rispettato il diritto umanitario. (il Giornale)
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Lo riferisce l'agenzia iraniana Irna parlando dell'incontra tra il Pontefice e il rettore dell'Università delle Religioni e delle Denominazioni (LAPRESSE)
Ultimamente il pontefice si è portato a casa le parole di ammirazione da parte di Iran, di Abu Mohammed Al Jolani, dei simpatizzanti vari di Hamas, delle relatrici speciali dell’Onu: il pulpito è diventato piuttosto affollato, purtroppo non c’è più spazio per «le suore con la faccia d’aceto». (La Stampa)
Colpa di una frase (finora non smentita da nessuno) attribuita al pontefice dall'interlocutore iraniano, una figura accademica proveniente dall'università teologica di Qom e ben conosciuta dal Vaticano e da Sant'Egidio, avendo partecipato in passato a diversi incontri inter religiosi. (ilmessaggero.it)
