Paolo Cognetti, dalla bellezza delle montagne al baratro della depressione: “Vi racconto i miei giorni nel reparto di psichiatria”
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Il genio e la sregolatezza, come dissero i letterati e come la vita ci conferma ad ogni occasione, viaggiano spesso di pari passo. E se volessimo collegare la sregolatezza non soltanto ai comportamenti fuori dagli schemi ma anche, talvolta, alla sofferenza dell'anima, allora il celebre binomio potrebbe essere rispolverato per la vicenda dello scrittore e regista Paolo Cognetti. All'apice del successo artistico con l'imminente uscita nelle sale cinematografiche del suo film «Fiore Mio», l'autore de «Le Otto Montagne» è caduto infatti in uno stato di profonda e grave depressione, tanto da essere ricoverato per un periodo nel reparto di psichiatria dell'ospedale Fatebenefratelli di Milano (La Stampa)
Se ne è parlato anche su altri giornali
La depressione, «restavo nella mia baita a guardare il soffitto, qualcuno provava a trascinarmi fuori, ma non mi importava più di niente, non c’era più amore né per mia madre e mio padre che erano lì ad accudirmi, né per il mio cane Lucky: il mio cuore era inaridito»; i pensieri di suicidio «erano all’ordine del giorno: la corda ce l’ho, la trave ce l’ho, devo capire come salire sulla sedia»; l’alcolismo «per lasciare la compagna con cui stavo da dodici anni c’è voluto tutto il mio coraggio e anche un bel po’ di alcol. (Corriere della Sera)
Una sensazione, una voce che tendiamo tenacemente a silenziare, a tacitare, soprattutto in questa epoca dominata dal fascino della psicologia positiva, del mostrarsi sorridenti e felici, del vedere il bicchiere mezzo pieno. (La Stampa)
Dai sentieri e dalle vallate della montagna, alle pareti di una stanza del reparto di psichiatria dell’ospedale Fatebenefratelli di Milano. È cambiata drasticamente nell’ultimo periodo la vita dello scrittore e regista, vincitore del Premio Strega, Paolo Cognetti (Il T Quotidiano)
«Il Tso è una misura introdotta dopo la legge Basaglia che ha fatto una grossa opera di civiltà annullando il ricovero coatto, una misura di polizia decisa da un giudice e non una misura sanitaria. Il Tso invece è una misura sanitaria doverosa e obbligatoria per i cittadini che hanno una malattia psichica importante che richiede una cura e non sono coscienti di stare male, per coloro che si trovano in una situazione logistica non idonea alla cura, o se viene diagnosticata una malattia psichica ma il paziente non accetta le cure o di essere malato. (Vanity Fair Italia)
Ma che cos'è il disturbo bipolare e come si gestisce e cura? «Il disturbo bipolare è una patologia con una forte componente genetica — premette Giancarlo Cerveri, direttore del Dipartimento di salute mentale e dipendenze dell’Asst di Lodi —. (Corriere della Sera)
"Non dimenticherò mai quelle catene". Lo scrittore Paolo Cognetti torna a raccontare alle telecamere del Tg Regionale della Lombardia il suo tso nel reparto di psichiatria dell’ospedale Fatebenefratelli di Milanc, come aveva raccontato nell' intervista con Repubblica. (La Stampa)