Russia, mandato di arresto per Yulia Navalnaya

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Il Dubbio ESTERI

Un tribunale russo ha emesso un mandato d'arresto per Yulia Navalnaya, moglie in esilio del dissidente Alexei Navalny, morto lo scorso 16 febbraio mentre era rinchiuso in una colonia penale artica in Siberia. Il tribunale russo ha accusato Yulia, esponente dell'opposizione in esilio, di far parte di una "organizzazione estremista". I giudici hanno "accolto la richiesta degli investigatori e deciso una misura preventiva sotto forma di detenzione per due mesi". (Il Dubbio)

Se ne è parlato anche su altri media

Secondo l'agenzia di stampa statale Tass, le accuse in contumacia riguardano la sua presunta "partecipazione a una società estremista". Non è chiaro a quale organizzazione facciano riferimento le accuse, ma Navalnaya è presidente della Fondazione Anti-corruzione (Fbk), l’organizzazione no-profit fondata dal marito che è considerata estremista dal governo russo e di altre due organizzazioni messe fuori legge da una sentenza nel giugno del 2021. (WIRED Italia)

Secondo il Wall Street Journal, le agenzie di intelligence statunitensi ritengono che il presidente russo non abbia ordinato 'direttamente' l'uccisione, ma non ne contestano la responsabilità (AGI - Agenzia Italia)

Mandato di arresto in contumacia di un tribunale di Mosca per Yulia Navalnaya, la vedova del defunto leader dell'opposizione russa Alexei Navalny morto in un carcere siberiano. I giudici hanno affermato di aver "accolto la (Io Donna)

Guerra Russia-Ucraina, missili sull’ospedale pediatrico. Mosca: “Kiev usa i civili come scudo”. Mandato d’arresto della corte russa per Yulia Navalnaya

Mosca – Il tribunale Basmannij di Mosca ha disposto l’arresto in contumacia della vedova di Aleksej Navalnyj, Julia. La decisione è arrivata a qualche giorno di distanza dalla nomina alla presidenza della Human Rights Foundation, organizzazione per i diritti umani con sede a New York. (la Repubblica)

Lei, Yulia Navalnaya, non ha avuto il buon gusto (la prudenza?) di defilarsi e continuare la sua vita in silenzio. Così ecco che ora anche contro Yulia, che si trova all’estero, è stato spiccato un mandato di cattura dal tribunale del distretto Basmanny, famigerato per le sue decisioni. (Corriere della Sera)

Le parole di infermieri, medici e madri raccontano di choc, paura, sgomento e dolore per l'ennesimo attacco di una guerra nella quale non ci sono regole. Perché a Kiev, dopo un periodo di relativa calma, la Russia è tornata a colpire al cuore più fragile di una popolazione stremata dall'invasione: i suoi bambini malati, ricoverati dell'ospedale pediatrico Okhmatdyt sventrato nell'ultimo raid sulla città dove sono stati presi di mira anche il reparto maternità di un altro centro sanitario, edifici residenziali e uffici. (La Stampa)