I misteri del potere
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D’accordo, fino al terzo grado di giudizio siamo tutti innocenti. E questo vale anche per Franco Alfieri, arrestato ieri per la seconda volta in poche settimane ma con un’accusa decisamente più grave della precedente: aver stretto accordi, in cambio di voti, con un imprenditore legato alla camorra. Già, proprio quei voti che l’avevano trasformato nel re Mida delle preferenze, uno capace di collezionare record elettorali con disarmante facilità: sindaco più giovane d’Italia nel municipio di Torchiara, primo cittadino ad Agropoli con la maggiore percentuale di consensi registrata nella penisola, leader amministrativo in tre comuni l’uno diverso dall’altro. (Corriere della Sera)
Su altri media
Bastano i primi lanci di agenzia che confermano l’arresto bis per Franco Alfieri, l’uomo delle fritture, e i vertici del centrodestra lanciano commenti infuocati volti anche a colpire lo stesso Governatore De Luca. (Metropolisweb)
Le prossime elezioni alla Provincia di Salerno e al Comune di Capaccio-Paestum impongono la massima vigilanza e bisogna essere assolutamente certi che gli esiti non vengano inquinati, anche da atti che siano piu’ della gia’ vergognosa clientela politica che contraddistingue le pratiche amministrative del PD deluchiano”. (Agenda Politica)
Un terremoto che va avanti da 175 giorni. (la Città di Salerno)
“Le prossime elezioni alla Provincia di Salerno e al Comune di Capaccio-Paestum impongono la massima vigilanza e bisogna essere assolutamente certi che gli esiti non vengano inquinati, anche da atti che siano più della già vergognosa clientela politica che contraddistingue le pratiche amministrative del PD deluchiano”. (anteprima24.it)
Davanti al gip Annamaria Ferraiolo del Tribunale salernitano, l’ex sindaco e l’ex assessore alle Politiche Sociali chiariranno le proprie posizioni in ordine ai reati contestati dalla Procura di Salerno, assistiti dai rispettivi avvocati. (StileTV)
E così prima contatta Ionut Vasile Vieru, un rumeno al quale chiede di procurargli due o tre ragazzi da fuori Capaccio che possano «fare tutto loro», poi non avendo seguito quella richiesta, si rivolge a due pregiudicati di Baronissi, Antonio Cosentino e Domenico De Cesare con il figlio Vincenzo. (ilmattino.it)