Lanzetta, 'newco nucleare in definizione, a Enel circa 51%'
Articolo Precedente
Articolo Successivo
La newco per la ricerca sul nucleare, con Enel in prima linea insieme a Ansaldo e Leonardo "è in via di definizione" e la quota di Enel dovrebbe attestarsi "più o meno" intorno al 51 per cento. Lo ha confermato Nicola Lanzetta, direttore Italia del gruppo Enel a margine di un incontro legato all'iniziativa 'E-Project: Ecological Literacy' in corso a Milano. La newco "è in via di definizione, però ribadisco questa è una newco di ricerca sulla quale, così come abbiamo fatto negli anni passati, cercheremo sempre di essere aggiornati e di capire le varie soluzioni. (L'Eco di Bergamo)
Su altre testate
"L’Europa si trova di fronte alla sfida epocale del cambiamento climatico, essendosi posta obiettivi molto ambiziosi in termini di neutralità climatica che dovranno essere raggiunti tenendo al contempo in considerazione gli aspetti della sicurezza energetica e della sostenibilità economica e sociale per le famiglie e le imprese”. (LA STAMPA Finanza)
La newco per il nucleare di 3° e 4° generazione sarà definita entro fine 2024. Il percorso sarà avviato con il collegato alla Legge di Bilancio del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE). (Rinnovabili)
«Tenga conto che, di qui al 2050, il fabbisogno energetico italiano passerà da 300 terawattora a circa 470. Questo avverrà perchè dovremo eliminare il gas di città per l'elettrificazione dell'autotrasporto e avranno un importante ruolo i data center, per alimentare l'IA. (il Giornale)
ROMA (ITALPRESS) – “Questo è un dibattito ideologico e scientifico. Noi abbiamo un dovere in questo momento: dare il quadro giuridico, perché nel momento in cui ci sono le condizioni il governo e gli operatori possono decidere”. (CremonaOggi)
"Le parole del ministro sono confortanti. Effettivamente i tempi sono maturi perché si costituisca tutto quello che serve per abilitare l'opzione nucleare in Italia e quindi, da questo punto di vista, creare quelli che sono i presupposti legislativi per sviluppare e poter autorizzare delle centrali in Italia". (AGEEI)
Un'avversione in crescita (a giugno 2024, cinque mesi fa, era al 75%) e su cui pesano la percezione dei rischi correlati e i costi nascosti, e che fa il paio con quella che i cittadini hanno espresso sulla distanza minima che dovrebbe avere un impianto nucleare dalla propria abitazione: il 41% non lo vorrebbe in nessun caso. (L'Eco di Bergamo)