L’Ue promuove l’Italia: «Bene sui conti pubblici». Sì alla sesta rata del Pnrr

L’Ue promuove l’Italia: «Bene sui conti pubblici». Sì alla sesta rata del Pnrr
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
ilmessaggero.it ESTERI

Italia promossa a pieni voti, Germania rimandata e Paesi Bassi bocciati. La prova d’esame è quella, duplice, dei conti pubblici: non solo i Documenti programmatici di bilancio (Dpb) per il 2025 ma, per la prima volta, pure i Piani strutturali di spesa (Psb) a medio termine introdotti dal nuovo Patto di stabilità. Le pagelle, diffuse ieri dalla Commissione Ue riunita a Strasburgo per l’ultima riunione del mandato (la numero 191), restituiscono l’immagine di un’Europa al contrario. (ilmessaggero.it)

Su altri giornali

La Commissione Europea ha dato il via libera al Documento programmatico di bilancio (Dpb) e al Piano strutturale di bilancio (Psb). L’Italia ha superato la sfida: promossa. (StrettoWeb)

Tagliare la spesa è facile. Quel club di Stati che, giornalisticamente parlando, viene solitamente indicato come dei “falchi”. (ilmessaggero.it)

Inoltre “definisce un percorso fiscale credibile” per garantire che il debito pubblico sia posto su un percorso discendente credibile. (Il Fatto Quotidiano)

Il paradosso italiano sulla manovra

L'esecutivo europeo sta ancora valutando il piano a medio termine dell'Ungheria, mentre «non pienamente in linea» sono stati giudicati i documenti contabili di Germania, Estonia, Finlandia e Irlanda (per la spesa) e di Lussemburgo, Malta e Portogallo (per la mancata riduzione dei sussidi energetici). (Italia Oggi)

In una nota si legge che il nostro paese "soddisfa i requisiti del nuovo Patto di stabilità" e proseguendo nella lettura si scopre che l'Italia: "definisce un percorso fiscale credibile" per garantire che il debito pubblico sia posto su un percorso discendente credibile. (il Giornale)

Accade anche questo: che mentre gli alleati della maggioranza litigano sulla legge di stabilità e non riescono (per ora) a trovare l’accordo, l’Italia in Europa è promossa per il rispetto delle regole del nuovo Patto di stabilità, insieme ad altri sette Paesi tra cui non figura la Germania (in crisi di governo e ormai avviata verso elezioni anticipate), l’Olanda, in altri tempi capofila del rigore e dei richiami ad altri membri dell’Unione, e la Francia sta lì lì, perché non si conosce la sorte della manovra proposta dal primo ministro Barnier, appeso con il suo governo all’appoggio altalenante di Le Pen, che potrebbe farlo mancare da un momento all’altro. (La Stampa)