Unicredit punta a Banco Bpm. Lo stop di Giorgetti
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L’offerta pubblica di scambio lanciata da Unicredit nei confronti di Banco-Bpm provoca un piccolo terremoto, più politico che economico-finanziario. La mossa del ceo di Unicredit, Andrea Orcel, risulta infatti subito indigesta alla Lega, che attraverso le recenti cessioni da parte del Mef di quote azionarie del Monte dei Paschi, acquisite in parte (5%) proprio da Banco Bpm, lavorava nemmeno troppo sottotraccia alla creazione di un terzo polo bancario italiano guidato dall’istituto milanese (Banco Bpm appunto), maggiore operatore nelle ricche regioni del nord Italia e con una forte base di clienti al dettaglio. (il manifesto)
Se ne è parlato anche su altri media
Le prerogative del Governo A seguito dell’offerta pubblica di scambio volontaria sulla totalità delle azioni di Banco Bpm promossa in mattinata da Unicredit, Giancarlo Giorgetti ha ricordato l’esistenza del golden power. (Virgilio Notizie)
Così oggi l’annuncio del lancio dell’offerta pubblica di scambio sul Banco Bpm, una delle prime banche del Paese con una presenza di oltre mille sportelli concentrati nel Nord, dunque nell’area industriale che va dal Piemonte, al Veneto, alla Lombardia, all’Emilia Romagna. (Corriere della Sera)
Una volta non si muoveva nulla, oggi si muove troppo. (Corriere della Sera)
La combinazione rafforza il posizionamento di UniCredit in uno dei suoi mercati principali e dell'intero Gruppo. Il Consiglio di Amministrazione di UniCredit S.p.A.ha approvato il lancio di un'offerta pubblica di scambio volontaria su tutte le azioni ordinarie di Banco Bpm S.p. (Corriere della Sera)
Così Unicredit ha rotto gli indugi. Da un lato i prezzi arrivati a un livello adeguato per Andrea Orcel, dall’altro i timori di una scalata dei francesi al polo milanese con Anima sostenuto da Caltagirone e appoggiato da Delfin in Mps. (Milano Finanza)
La risposta è composita e si presta a tante valutazioni. Ultim'ora news 25 novembre ore 20 (Milano Finanza)