Da “messa in scena” a “è stato Biden”: le teorie cospirazioniste sull’attentato a Trump invadono i social Usa

Da “messa in scena” a “è stato Biden”: le teorie cospirazioniste sull’attentato a Trump invadono i social Usa
Articolo Precedente

next
Articolo Successivo

next
Per saperne di più:
Il Fatto Quotidiano ESTERI

C’è chi pensa sia stata una messa in scena e chi invece ritiene che sia stato Biden ad aver organizzato tutto: a 48 ore dall’attentato a Donald Trump, le solite teorie cospirazioniste dividono gli Stati Uniti. Solo pochi minuti dopo l’attentato, ad esempio, è diventata virale la parola “staged”, ovvero “messa in scena”: nelle ultime ventiquattr’ore è stata citata in diversi post sulla rete, che hanno raggiunto milioni di visualizzazioni. (Il Fatto Quotidiano)

Su altre testate

L'immagine dell'ex presidente Usa mentre alza il pugno al cielo dopo l'attentato ai suoi danni ha naturalmente fatto il giro del mondo, diventando iconica. Basti pensare che in Cina ci sono stati oltre duemila ordini in tre ore. (Il Giornale d'Italia)

Lo chiede l'analista della Cnn per la sicurezza nazionale Juliette Kayyem dopo l'attentato a Donald Trump. «Avevano essenzialmente un solo lavoro e hanno fallito», ha detto Kayyem. (La Sentinella del Canavese)

Più difficile era invece ipotizzare che dopo i vari, ma vani, tentativi di eliminare politicamente il tycoon mediante il ricorso all’arma giudiziaria, si passasse direttamente al tentativo di eliminazione fisica, fortunatamente poi fallito anche quello. (Nicola Porro)

Trump, ecco la conversazione con il Secret Service: «Muovetevi». «No, datemi le scarpe!». Un albero ha "oscurato" il cecchino

Si cerca di capire il movente dell’attentatore e come sia stato possibile per Matthew Cook - questo il nome del ventenne che ha sparato contro Trump prima di venire ucciso - di poter arrivare al comizio imbracciando un fucile senza venire bloccato dai controlli. (Vatican News - Italiano)

Ancora ignoto il movente dell'attentato al leader repubblicano. (Fanpage.it)

Tanto è passato dal primo colpo sparato da Thomas Matthew Crooks verso Donald Trump a quando un agente del Secret Service ha detto che il ragazzo era stato ucciso. Quarantatré secondi. (ilmessaggero.it)