Urso: nuova iniziativa del governo per anticipare al 2025 la revisione dello stop ai motori termici
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Il governo Meloni intende rilanciare la propria battaglia sull’anticipo al 2025 della revisione relativa allo stop ai motori termici previsti per il 2035. Ad affermarlo è stato il Ministro per le Imprese e il Made in Italy, Adolfo Urso, in un video messaggio inviato a #FORUMAutoMotive, evento organizzato dal movimento di opinione che si batte per una mobilità libera da pregiudizi e ideologie fondato dal giornalista Pierluigi Bonora. (ClubAlfa.it)
La notizia riportata su altri media
"Siamo a un bivio", ha detto. "L’Europa deve decidere ora se confermare gli obiettivi di azzeramento della CO2 al 2035 o metterlo in discussione per attenuare le ricadute in termini di tenuta sociale ed economica, consentendo alle nostre imprese di prepararsi meglio". (DMove.it)
«Non ho cambiato idea dai tempi in cui ero allo Sviluppo Economico, con il tavolo automotive: la realtà è che al 2035 non si arriva, non si sta in piedi», lo ha detto Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica, in merito alle politiche europee sull'elettrico e sulla mobilità privata, intervenendo in video collegamento all'edizione autunnale di #ForumAutomotive, da nove anni punto di riferimento e di incontro di opinioni della filiera dell'auto. (Il Messaggero - Motori)
Non ci sarà più l'industria dell'auto" quindi "occorre anticipare le decisioni su quelle cause di revisione già previste nei regolamenti all'inizio del prossimo anno così da decidere insieme cosa modificare per salvaguardare l'industria Europea". (Tiscali Notizie)
Politica (Il Saronno)
Bologna, 28 ott. Se continua questo trend "nel 2027 non ci sarà più l'industria dell'auto" quindi "occorre anticipare le decisioni su quelle cause di revisione già previste nei regolamenti all'inizio del prossimo anno così da decidere insieme cosa modificare per salvaguardare l'industria Europea". (il Dolomiti)
Evento, tra l'altro, coinciso con la notizia della prossima chiusura di tre stabilimenti della Volkswagen in Germania, con migliaia di occupati a spasso, e il taglio di 4,6 dei 5,8 miliardi di euro del Fondo automotive deciso dal governo. (il Giornale)