Senza debito comune l’Europa non riparte

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La Stampa ECONOMIA

Debito o non debito, questo è il dilemma. Le reazioni al rapporto Draghi, vuoi nelle capitali europee vuoi sulla stampa internazionale, esplicite o implicite che siano, ruotano intorno a questa scelta. Le obiezioni a ulteriore debito comune per finanziare le raccomandazioni del rapporto, dopo il debito fatto dall’Ue per rispondere alla pandemia, sono due. La prima è di … (La Stampa)

Ne parlano anche altri giornali

Una bocciatura senza appello, quella di un accademico a un altro accademico peraltro, quella di Mario Calderini a Mario Draghi. Oggetto del giudizio severo il recente Report sulla competitività europea che l’ex-presidente della Bce ha presentato la scorsa settimana a Ursula Von Der Layen, la quale glielo aveva commissionato. (Vita)

Rapporto Draghi: documento attuabile o carta da macero? Zafferano è nato e si è sviluppato con una linea editoriale chiara: muoversi nel mondo giornalistico in punta di piedi, con un linguaggio elegante, ma senza sudditanze, né verso il potere, né verso i lettori. (Start Magazine)

Mario Draghi ha presentato all'Unione Europea il proprio report per aumentare la competitività e ridurre il gap esistente con Cina e Stati Uniti (Virgilio)

IL GRANDE PIANIFICATORE: MARIO DRAGHI

Il rapporto Draghi ci ha fornito un quadro completo ed esauriente dei grandi progressi che l’Unione Europea deve compiere per ritornare a ricoprire il dovuto ruolo nel mondo o, semplicemente, per sopravvivere. (ilmessaggero.it)

Ma i commenti alla fine si incentrano quasi tutti sulla sua proposta di trovare 800 miliardi di investimenti l’anno per rilanciare il Vecchio Continente. Ci sono almeno un paio di indizi che spingono a pensare di essere in un momento delicato. (Corriere della Sera)

Il rapporto sulla competitività dell’Unione europea di Mario Draghi è stato accolto con entusiastico furore dalla stragrande maggioranza dell’informazione e della politica italiana, salvo qualche eccezione, con poca capacità critica rispetto a un programma, che se attuato, ci porterebbe verso un modello di economia e di società pianificata dall’alto, tutto il contrario rispetto allo spirito dei padri fondatori della comunità europea. (L'Opinione delle Libertà)