"Il mondo ricco si rifiuta di onorare i propri obblighi": con l'abbandono della discussione da parte dei paesi in via di sviluppo la tensione sale nelle stanze di Baku

Il mondo ricco si rifiuta di onorare i propri obblighi: con l'abbandono della discussione da parte dei paesi in via di sviluppo la tensione sale nelle stanze di Baku
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il Dolomiti ESTERI

Lo smantellamento della sede di Cop29, a Baku, procede rapidamente: hanno già iniziato a rimuovere i distributori di acqua per riempire le borracce e tutti i punti di ristoro sono chiusi da ore, tranne uno, ma nel frattempo il negoziato continua, un colpo di scena dopo l'altro, e informazioni contrastanti continuano ad arrivare dalla presidenza circa l'ora di inizio di una plenaria. La notizia delle ultime ore è che due importanti gruppi negoziali, l'Alleanza dei piccoli Stati insulari e i Paesi meno sviluppati, hanno deciso di uscire dalla stanza dei negoziati sfidando gli altri membri della discussione: hanno dichiarato di volere una quota garantita del 30% dei finanziamenti per il clima e sono usciti dalla sala. (il Dolomiti)

Se ne è parlato anche su altri media

La bozza attuale è un completo disastro. “Mentre la Cop29 sta arrivando alla sua fine, non dovrebbe essere una sorpresa che un’altra Cop stia fallendo. (Il Fatto Quotidiano)

La stessa formulazione, decisamente vaga, con la quale sono stati descritti gli obiettivi finanziari dell’accordo — che ricordiamo è chiamato a sostenere lo sviluppo sostenibile nel sud del mondo — lascia spazio ad interpretazioni oggettivamente difficili da giustificare. (Vatican News - Italiano)

Per l'esperto Jacopo Bencini, nei confronti dei sempre più numerosi conflitti come in quello del riscaldamento globale, il mondo è paralizzato da una sorta di negazione. (Avvenire)

COP29, la protesta degli Stati insulari e dei Paesi in via di sviluppo

Alla Cop29 di Baku i negoziati appaiono sempre più difficili. Tanto che nel pomeriggio di sabato le delegazioni dei paesi meno sviluppati (Least developed countries, Ldc) e delle piccole nazioni insulari (Alliance of small island states, Aosis) hanno deciso di abbandonare temporaneamente i negoziati. (LifeGate)

Gli autori del Terzo rapporto del gruppo di esperti indipendenti sulla finanza climatica, Amar Bhattacharya, Vera Songwe and Nicholas Stern hanno stabilito che l’NCQG dovrebbe impegnare i Paesi sviluppati a fornire almeno 300 miliardi di dollari all'anno entro il 2030 e 390 miliardi di dollari all'anno entro il 2035. (Corriere della Sera)

Alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici di Baku, in Azerbaigian (Cop29), i paesi sviluppati hanno alzato a 300 miliardi di dollari (267 miliardi di franchi al cambio attuale) all'anno la loro proposta per il fondo di aiuti ai paesi in via di sviluppo (ieri ne avevano proposti 250), ma i paesi meno vulnerabili ritengono che questi soldi siano ancora troppo pochi. (Corriere del Ticino)