Cop29 a Baku, approvato accordo per il clima: 300 miliardi all'anno ai Paesi poveri

Cop29 a Baku, approvato accordo per il clima: 300 miliardi all'anno ai Paesi poveri
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LAPRESSE ESTERI

L'obiettivo è fornire un aiuto per far fronte alle devastazioni del riscaldamento globale I Paesi partecipanti alla Cop29 di Baku, in Azerbaigian, hanno concordato un accordo per iniettare almeno 300 miliardi di dollari all’anno nella lotta contro il cambiamento climatico, con l’obiettivo di aiutare le nazioni povere a far fronte alle devastazioni del riscaldamento globale. I 300 miliardi di dollari saranno destinati ai Paesi in via di sviluppo che hanno bisogno di denaro per liberarsi dal carbone, dal petrolio e dal gas che causano il surriscaldamento del pianeta, per adattarsi al riscaldamento futuro e per pagare i danni causati dalle condizioni climatiche estreme. (LAPRESSE)

La notizia riportata su altri media

Una cifra che tuttavia non fa felici tutti. Alla Cop29 di Baku sul clima è stato trovato l'accordo nel cuore della notte. (Il Giornale d'Italia)

La notizia delle ultime ore è che due importanti gruppi negoziali, l'Alleanza dei piccoli Stati insulari e i Paesi meno sviluppati, hanno deciso di uscire dalla stanza dei negoziati sfidando gli altri membri della discussione: hanno dichiarato di volere una quota garantita del 30% dei finanziamenti per il clima e sono usciti dalla sala. (il Dolomiti)

A differenza dell’anno scorso, quando a Dubai, pur fuori tempo massimo, si firmò lo storico accordo sul “transitioning away dalle fonti fossili“, stavolta non si farà la storia. Questo è certo. L’accordo sulla finanza per il clima, se ci sarà, sarà al ribasso: 300 miliardi di dollari all’anno di aiuti dai Paesi ricchi a quelli poveri per adattamento e mitigazione, contro i 1.300 inizialmente richiesti e ritenuti indispensabili dai Paesi emergenti e in via di sviluppo di G77+Cina. (Vaielettrico.it)

Il caos della Cop29: «Non c'è azione per il clima dove non c'è pace»

Mentre i negoziati alla Cop29 di Baku sono sempre più difficili, i paesi poveri e le piccole nazioni insulari sospendono le trattative. (LifeGate)

Dall’altra chi guadagna con i combustibili fossili, in assenza di alternative chiare, punta a rimandare il cambio della guardia tra la vecchia energia fossile e la nuova a basso impatto ambientale. Se bastasse creare una sinfonia di parole, il problema climatico sarebbe risolto. (L'HuffPost)

«Occorre un cambio di sistema» (Avvenire)