Immigrazione clandestina, il nuovo “Muro di Berlino”: la Germania chiude le frontiere

Immigrazione clandestina, il nuovo “Muro di Berlino”: la Germania chiude le frontiere
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La Voce di Bolzano ESTERI

“Le frontiere (chiuse) buone sono quelle degli altri. Le nostre devono rimanere un colabrodo e una pura linea sulla cartina.” mi viene da pensare. Questo il senso della recente decisione della Germania di sospendere gli accordi di Schengen e di ripristinare i controlli alle proprie frontiere, nonché quella di applicare rigidamente gli accordi di Dublino e rispedire dai paesi di prima schedatura eventuali clandestini scoperti sul proprio territorio. (La Voce di Bolzano)

La notizia riportata su altre testate

«Per quanto ci riguarda - spiega all’Ansa una fonte diplomatica - aspettiamo questo incontro prima di valutare ogni altra possibile iniziativa». (Il Sole 24 ORE)

Scholz ha fatto fuoco e fiamme davanti ai deputati attaccando sull'immigrazione l'opposizione: dall'estrema destra di Alternativa per la Germania (Afd) ai popolari di Unione cristiano-democratica (Cdu) e Unione cristiano-sociale (Csu). (il Giornale)

Olaf Scholz fa marcia indietro sull'idea di blindare la Germania e annuncia la volontà di selezionare i migranti da far entrare nel Paese in base alla professionalità: gli altri verranno respinti, probabilmente negli altri Paesi Ue (il Giornale)

La Germania blinda i confini ai migranti. Tusk: “Inaccettabile”. Trema Schengen

Lo spazio Schengen è in crisi. L'arrivo massiccio dei richiedenti asilo nel 2015 ha ribaltato l'agenda politica europea e ha portato la migrazione in primo piano. I governi hanno iniziato a dare priorità a misure a breve termine per placare un elettorato furioso. (Euronews Italiano)

La decisione della Germania sui controlli alle frontiere Per mettere un freno agli ingressi illegali nel Paese, a partire dal 16 settembre la Germania reintrodurrà i controlli alle frontiere con tutte le nazioni confinanti. (Virgilio Notizie)

La decisione della Germania di estendere i controlli ai confini a partire dal 16 settembre per almeno sei mesi ha scatenato un effetto domino che fa tremare lo spazio Schengen, uno dei simboli chiave dell’Europa unita e senza frontiere. (La Stampa)