Elezioni Usa: le implicazioni della vittoria di Trump per obbligazionario e azionario
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Obbligazionario Il mercato dei tassi è stato uno degli asset più volatili di questo ciclo elettorale. Il Merrill Lynch Option Volatility Estimate ha registrato un'impennata del 50% nell'ultimo mese, raggiungendo un massimo di quasi 18 mesi, ed è chiaro che gli investitori obbligazionari hanno man mano mostrato sempre più preoccupazione per le varie implicazioni economiche di una potenziale politica trumpiana, che potrebbe allontanarsi in modo molto più radicale dall'ortodossia politica ed economica: non sorprende quindi che la turbolenza complessiva dei Treasury sia aumentata man mano che siano aumentate e probabilità della sua presidenza. (la Repubblica)
Su altre fonti
Trump farà gli interessi di breve periodo o quelli più immediati per gli Stati Uniti”. – “L’elezione di Trump non è una buona notizia per l’Europa. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Perché l’Italia non deve temere le trumpate su dazi e non solo. Parla Pelanda Con l’elezione di Trump si è consumata definitivamente la trasformazione del Partito Repubblicano, votato sempre più dai ceti svantaggiati dalla globalizzazione e che aspirano a una riscossa del sogno americano. (Start Magazine)
Sull’Ucraina è probabile che Donald Trump ridurrà l’impegno degli Stati Uniti, ma la pace in 24 ore è impossibile. I rapporti con la Cina resteranno all’insegna dei dazi, ma c’è chi nel paese preferisce Trump a Harris. (LifeGate)
Quanto è accelerato il polso della nostra economia davanti all’intenzione del neo presidente Usa di introdurre tariffe sulle importazioni tra il 10 e il 20 per cento? Trump ha annunciato, già in campagna elettorale, di voler rendere di nuovo ricchi gli Stati Uniti anche attraverso i dazi sulle merci in entrata. (il Resto del Carlino)
“Anche se il tema green è sempre stato più legato ai Democratici, l’elezione di Trump non influenzerà la transizione green che ormai in atto e che continuerà a spingere i metalli strategici, sui quali nel mondo c’è una grande concentrazione geografica e uno sbilanciamento tra domanda e offerta”. (Il Sole 24 ORE)
Dall’altro lato dell’oceano, per una curiosa quanto puntuale coincidenza,a urne ancora aperte o perlomeno ben calde, Benjamin Netanyahu e Olaf Scholz licenziano, rispettivamente, il ministro della Difesa e quello delle Finanze. (ilmessaggero.it)