Roma, ancora problemi per Dovbyk?
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(Adnkronos) – In attesa di scoprire chi sarà il prossimo allenatore, con Claudio Ranieri in pole position, la Roma continua a fare i conti con qualche acciacco di troppo. Il ginocchio di Dovbyk torna a preoccupare tifosi, società e fantallenatori. L’attaccante ucraino rischia di rientrare già a Roma, dopo aver raggiunto tra gli ultimi il ritiro della Nazionale in Turchia. Non si è ancora allenato e resta in dubbio per il doppio impegno dell’Ucraina contro Georgia e Albania. (Il Giornale dell'Umbria – il giornale on line dell'Umbria)
La notizia riportata su altri media
I giudici del tribunale di Roma hanno sospeso altri due provvedimenti di trattenimento dei migranti nel Cpr in Albania In attesa della sentenza della Corte di giustizia della UE. Ieri ne erano stati già sospesi altri due. (Il Sole 24 ORE)
Vediamo cosa può succedere ora. Dal Tribunale di Roma è arrivato un nuovo stop al trattenimento dei 7 migranti trasferiti in Albania. (Fanpage.it)
C'è un passaggio rivelatore nella nota con cui la presidente della Sezione Immigrazione del Tribunale Civile di Roma, Luciana Sangiovanni, ha accompagnato il decreto che ha sospeso il fermo dei migranti trasferiti in Albania. (Secolo d'Italia)
È di nuovo scontro tra governo e magistratura dopo che il Tribunale di Roma ha sospeso la convalida del fermo dei sette migranti – cinque dal Bangladesh, due dall’Egitto – trattenuti in Albania. Per i giudici di Roma occorre tutelare i diritti riconosciuti dalla Corte di giustizia europea. (Il Sole 24 ORE)
La maggioranza attacca i giudici del tribunale civile di Roma che, di fronte a una norma italiana in contrasto con una norma europea, hanno deciso di rivolgersi alla Corte europea di giustizia. E hanno sospeso la convalida del fermo di sette migranti trattenuti al Cpr in Albania. (La Stampa)
In data 11 novembre 2024 il Tribunale di Roma non ha convalidato nuovamente il fermo di sette migranti detenuti nei centri in Albania, istituiti con l’accordo stipulato a Roma il 6 novembre 2023, sempre sulla base della sentenza in data 4 ottobre 2024 con cui la Corte di giustizia europea ha ribadito il controllo della giurisdizione sulle decisioni amministrative precisando, tra l’altro, che il giudice nazionale che esamina la legittimità di una decisione amministrativa con cui si nega la concessione della protezione internazionale deve rilevare la violazione delle norme del diritto dell’Unione relative alla designazione di un Paese terzo come Paese di origine sicuro. (Diritto.it - Il portale giuridico online per i professionisti)