Draghi “apre” a Trump e sprona i leader europei: «I dazi? Tratteremo»
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Il ritorno di Trump può rappresentare una scossa per l’Ue, e quindi non essere necessariamente un male. A suggerirlo è Mario Draghi da Budapest, dove è in corso il vertice informale dell’Unione. Il ragionamento da cui muove l’ex numero uno della Bce ed ex-premier italiano è, sostanzialmente, che ora che gli interessi statunitensi ed europei rischiano di entrare in rotta di collisione, la ricetta contenuta nel rapporto che reca in calce il suo nome diviene un documento da prendere in considerazione con urgenza. (Il Dubbio)
Su altri giornali
Alla Casa Bianca Trump darà sicuramente "grande impulso" al settore dell'alta tecnologia, nel quale l'Ue è già "molto indietro", e contemporaneamente "proteggerà" l'industria tradizionale, quei settori nei quali l'Unione esporta di più negli States. (Adnkronos)
«È possibile spendere il 2% del Pil per la difesa rispettando il Patto di stabilità, bisognerà prendere tutta una serie di decisioni: oggi bisogna decidere cosa fare perché questa è la nuova situazione». (Avvenire)
L’arrivo di Trump alla Casa Bianca, il nuovo equilibrio da cercare nei rapporti tra Ue e Usa per evitare una guerra commerciale, il rilancio della competitività in Unione europea in settori chiave come quello tecnologico e la questione dei finanziamenti. (Italia Oggi)
Spingere sull’acceleratore della condivisione europea è diventata una necessità impellente con il ritorno alla Casa Bianca del magnate che nessuno voleva ma tutti hanno votato, affiancato non più dallo spiantato mattoide Steve Bannon ma dal suo finanziatore e ideologo Elon Musk, il quale segna un netto cambio di passo nella prossima amministrazione statunitense. (Milano Finanza)
Lo ha detto Mario Draghi arrivando al vertice Ue informale di Budapest. Ebs Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev (ilmessaggero.it)
L’ex premier Mario Draghi ha lanciato un appello ai Paesi dell’Unione Europea, sottolineando come l’attuale contesto richieda un’azione coordinata e tempestiva. Secondo Draghi, intervenire concretamente per migliorare la competitività europea è una priorità già urgente, ma l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti rende questa sfida ancora più pressante. (Economy Magazine)