Il mondo secondo Trump
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In attesa dell’insediamento di Donald Trump il 20 gennaio come presidente degli Stati Uniti, tutti trattengono il fiato aspettando le sue prime decisioni (Ucraina, Medio Oriente, dazi, confronto con la Cina) destinate a condizionare la politica mondiale. I più osservano che l’uomo è imprevedibile. Ma una cosa sappiamo per certo. Con Trump arriva a conclusione un processo iniziato da tempo: una drastica ridefinizione dell’interesse nazionale americano. (Corriere della Sera)
Su altri giornali
Trump ha indicato la sua volontà di aumentare i dazi contro la Cina soprattutto, ma anche contro altre aree, Europa inclusa. In campo economico dazi e barriere sono all’ordine del giorno. (Corriere del Ticino)
Il presidente eletto mira a far approvare il più rapidamente possibile il suo progetto di tagli fiscali e ciò provocherà un ulteriore peggioramento dei conti pubblici americani. Il suo contributo sarà sicuramente rilevante per mettere fine alla guerra in Ucraina e forse anche nel Vicino Oriente, è meno certo che risulterà altrettanto positivo per l’economia statunitense. (Corriere del Ticino)
Intanto Trump, che si insedierà il 20 gennaio, lancia una serie di segnali nell'ambito della geopolitica. Si parla del pericolo censura, di controllo sociale, di "nuovi oligarchi del web", ma nessuno pose il problema quando Meta (la società che possiede Whatsapp, Facebook e Instagram) faceva censura durante l'Era Biden. (ByoBlu)
L’anno appena trascorso ha segnato uno spartiacque rispetto al passato. Il paventato ritorno ad un sistema di economie chiuse, frutto di una politica aggressiva di dazi, specchio della guerra commerciale tra Usa e Cina rappresenta una dura realtà con la quale occorre confrontarsi. (ilmessaggero.it)
Il rapporto con l’Europa, però, non si limitò alla NATO. Questa posizione creò tensioni con governi europei, in particolare con la Germania di Angela Merkel, ma trovò anche consenso in alcuni settori, dove si riteneva giusto un maggiore equilibrio nei costi della sicurezza comune. (Gazzetta Sarda)
A pochi giorni all’insediamento di Donald Trump e, nonostante l’inatteso inasprimento dell’approccio della Federal Reserve - e il conseguente aumento della volatilità - lo scenario macro di riferimento è largamente invariato rispetto al mese precedente, fatta eccezione per l’azionario europeo e italiano, dove "la nostra view passa da neutrale/positiva e positiva". (Finanza Repubblica)