Messina Denaro, indagato primario Oculistica a Palermo: visitò il boss. “Ma non sapevo chi fosse”

Messina Denaro, indagato primario Oculistica a Palermo: visitò il boss. “Ma non sapevo chi fosse”
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La Repubblica INTERNO

Fra i documenti che il boss Matteo Messina Denaro conservava nella sua casa covo di Campobello di Mazara, c’erano due ricette mediche. Entrambe firmate da un oculista molto noto a Palermo, il dottore Antonino Pioppo, 69 anni, dal 2019 primario all’ospedale Civico del capoluogo siciliano, ha diretto anche il reparto Oculistica di Villa Sofia. Adesso, il professionista è indagato per favoreggiament… (La Repubblica)

Ne parlano anche altre testate

Andrea Bonafede, Giuseppe Giglio, Vito Accardo, Gaspare Bono, Giuseppe Bono, Renzo Bono, Salvatore Bono: sono solo alcune delle false identità che durante la latitanza avrebbe usato Matteo Messina Denaro, scoperte dalla Procura di Palermo che ha chiesto agli ospedali Villa Sofia e Civico la documentazione sanitaria intestata a ben 15 pazienti ritenendo che le relative generalità possano essere state utilizzate dal capomafia. (BlogSicilia.it)

Antonino Pioppo, questo il nome dello specialista che avrebbe firmato due ricette mediche trovate nel covo del boss a Campobello di Mazara. (Quotidiano di Sicilia)

Nelle migliaia di documenti trovati nei covi di Matteo Messina Denaro e nelle abitazioni dei suoi fedelissimi i magistrati della Dda di Palermo hanno isolato una quindicina di nomi che il superlatitante avrebbe utilizzato nei suoi 30 anni di latitanza. (LAPRESSE)

Tutti i nomi di Messina Denaro: ecco le 15 identità che il boss avrebbe utilizzato durante la latitanza

Matteo Messina Denaro è ancora qui. Nonostante la sua morte, avvenuta lo scorso 25 settembre 2023, il suo nome è ancora in circolo. (ilmattino.it)

Andrea Bonafede, Giuseppe Giglio, Vito Accardo, Gaspare Bono, Giuseppe Bono, Renzo Bono, Salvatore Bono: sono solo alcune delle false identità che durante la latitanza avrebbe usato Matteo Messina Denaro, scoperte dalla Procura di Palermo che ha chiesto agli ospedali Villa Sofia e Civico la documentazione sanitaria intestata a ben 15 pazienti ritenendo che le relative generalità possano essere state utilizzate dal capomafia. (Gazzetta di Parma)

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