Gaza, un anno dal 7 ottobre: 2 milioni di sfollati, 40mila vittime. “Fermiamo questa tragedia”

Gaza, un anno dal 7 ottobre: 2 milioni di sfollati, 40mila vittime. “Fermiamo questa tragedia”
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Luce ESTERI

È passato un anno da quando il conflitto nei territori palestinesi e israeliani si è fatto più duro ed evidente agli occhi del mondo. E dopo un anno la situazione non sembra migliorare, al contrario l’escalation di morti e attacchi si è fatta più rapida e ha da poco ampliato i confini del conflitto fino al sud del Libano e alla capitale Beirut. Una guerra in cui tutti, in particolare bambini e donne, stanno perdendo le loro case, le loro identità, i loro affetti, la loro vita. (Luce)

La notizia riportata su altre testate

Un anno a Gaza Dopo 12 mesi di conflitto a Gaza, più di 41.000 persone sono morte e molte di più sono disperse. (Radio Bullets)

Il suo paesaggio, un tempo fatto di appartamenti e attività commerciali, si è trasformato in macerie e detriti. Quando i palestinesi sono tornati nelle loro case a Khan Younis, nella Striscia di Gaza, dopo il ritiro dell'esercito israeliano ad aprile, hanno trovato una città irriconoscibile dopo un anno di bombardamenti. (Corriere TV)

Quando i palestinesi sono tornati nelle loro case a Khan Younis, nella Striscia di Gaza, dopo il ritiro dell’esercito israeliano ad aprile, hanno trovato una città irriconoscibile dopo un anno di bombardamenti. (LAPRESSE)

Il parroco di Gaza: “Bombardamenti sempre più intensi. In parrocchia vivono ormai da un anno 500 persone”

A un anno dalla guerra a Gaza, la quantità di informazioni che arriva dal Medio Oriente è un puzzle di foto, podcast, videoracconti di esperienze personali, una mappa polifonica di cosa significhi vivere in una zona di crisi. (Elle)

Le guerre non si combattono più sui campi di battaglia. Nei conflitti del ventunesimo secolo sono i civili, le strutture sanitarie e gli operatori umanitari i nuovi obiettivi di bombe e missili. Gaza, Ucraina, Libano sono soltanto alcuni dei paesi in cui questa non solo è una realtà, ma anche una tragica quotidianità. (Estense.com)

TEL AVIV – Padre Gabriel Romanelli ha appena finito di celebrare la messa della domenica nella chiesa della Sacra Famiglia di Gaza quando ci risponde al telefono: ha la voce serena nonostante la bomba che, 24 ore prima, è arrivata appena all’esterno del compound della parrocchia, spaccando il muro di cinta, mandando in frantumi le finestre, scardinando porte. (la Repubblica)