Margaret Spada, il fidanzato: «Stava morendo e quei medici mi hanno cacciato, ma io ho ripreso tutto. Ora la sposerò in cielo»
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«Mi hai lasciato un vuoto incolmabile. Senza di te, nulla ha più senso». Salvatore Sferrazzo è devastato dalla perdita di Margaret Spada, la sua Margaret, morta il 4 novembre scorso poco prima di un intervento di rinoplastica. Stavano insieme da 9 anni, si sarebbero sposati, dopo una proposta da favola: «Te lo avrei chiesto davanti al castello di Disneyland, come sognavi tu». Ma è un sogno che non si potrà più avverare. (leggo.it)
Ne parlano anche altri giornali
– Oggi è il giorno dell’autopsia, l’esame che potrà chiarire le cause della morte di Margaret Spada, la ragazza siciliana di 22 anni morta dopo un intervento estetico al naso avvenuto in un centro medico dell'Eur, a Roma. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Si svolgerà oggi l'autopsia all'istituto di medicina legale del policlinico di Tor Vergata sul corpo di Margaret Spada , la ragazza di 22 anni originaria di Siracusa che si era recata a Roma... (Virgilio)
Forse era avvezza ai piccoli trattamenti di medicina estetica, ma non alla chirurgia. La scelta del chirurgo, inoltre, non sarebbe avvenuta casualmente ma, al contrario, sarebbe caduta sul medico romano perché la t… (La Repubblica)
Le recensioni del medico e la comunicazione alla Asl. La segreteria telefonica risponde al posto dei dottori. E i filmati di Salvatore Sferrazzo (Open)
Sui social, ha lasciato le tracce del suo percorso: foto e parole raccontano di bellissimi viaggi, fra Venezia, Positano, Capri. «Quattro anni fa, agli esami di maturità, aveva presentato una bellissima tesina: “Che funzione ha l’arte nella vita”», ricorda commosso il professore Giuseppe Pollicino: «Mi restarono impresse le sue parole, le riflessioni profonde». (La Repubblica)
I «fatti» sono l'anestesia incauta e la morte di Margaret Spada a 22 anni prima di un intervento di rinoplastica. L'imbarazzo dello staff è evidente, tra disdette a raffica dei clienti, sia nella sede di Roma sia in quella di Latina, e sigilli mal celati da un cartello di «lavori in corso». (il Giornale)