Albero caduto, le polemiche
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Attonito e addolorato per quanto accaduto, l'Ateneo, in tutte le sue componenti docenti, studenti e personale tecnico e amministrativo, si stringe in questo momento drammatico attorno ai tre corsisti... Leggi tutta la notizia (Virgilio)
La notizia riportata su altri giornali
A seguito dell’accaduto, infatti, molte persone e amici vicini al giovane, hanno avviato una richiesta di donazione di sangue per supportare non solo il giovane, ma anche tante persone che si trovano in estrema necessità. (ondanews)
L’area del campus dove è avvenuto l’incidente, nei pressi della facoltà di Ingegneria, è stata sottoposta a sequestro e gli uomini della polizia stanno «studiando» le carte relative alla manutenzione del verde pubblico all’interno dell’Università prima di continuare a sentire, nella giornata di oggi, ulteriori persone che potrebbero chiarire i dettagli necessari alla procura di Nocera Inferiore, diretta dal procuratore capo Antonio Centore, per individuare eventuali mancanze. (ilmattino.it)
Carmine Fiorillo, uno dei tre studenti feriti nel crollo di un grande pino di oltre 15 metri al campus di Fisciano dell'Università di Salerno, è in condizioni critiche. Il 25enne di Eboli, originario di Oliveto Citra, è ricoverato in prognosi riservata all'ospedale Ruggi insieme agli atri due colleghi: Carmine Pacifico di 25 anni di Petina e Antonio La Regina di 20 di Altavilla Silentina. (Corriere della Sera)
I veleni all’Università di Salerno in seguito al crollo di un grosso esemplare che ha travolto tre iscritti al Tfa continuano, dunque. Albero caduto e studenti feriti nel campus di Fisciano, mentre entrano nel vivo le indagini della Procura di Nocera Inferiore sulle cause del cedimento del pino, spunta la “mail interna” sull’allerta meteo. (la Città di Salerno)
Ma questi alberi belli ma vetusti cadono anche a prescindere, perché le loro radici non sono profonde. “A Salerno ieri un albero, un pino, sballottato dal vento è caduto: 5 giovani feriti di cui uno grave. (NTR24)
Dovremmo mobilitarci tutti e incazzarci, perché l’università appartiene a noi studenti». «Siamo qui a denunciare – afferma una ragazza con megafono tra i corridoi – I luoghi del sapere devono essere sicuri. (ilmattino.it)