Cecilia Sala, l’Iran: «L’arresto non è ritorsione. Speriamo si possa risolvere presto»
Articolo Precedente
Articolo Successivo
L’arresto di Cecilia Sala a Teheran «non è in alcun modo una ritorsione» per quello dell’ingegnere iraniano Mohammad Abedini Najafabadi avvenuto all’aeroporto milanese di Malpensa lo scorso 16 dicembre su mandato emesso dagli Usa. Lo ha ribadito la portavoce del governo della Repubblica islamica, Fatemeh Mohajerani. «Ci auguriamo che la questione della giornalista venga risolta rapidamente - ha precisato - ma il suo arresto non è correlato ad alcuna altra questione». (ilmessaggero.it)
La notizia riportata su altre testate
Il governo vuole fare in fretta. Roma-Teheran-Washington. (ilmessaggero.it)
Così in un punto stampa il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, ha affrontato la questione dell'arresto di Cecilia Sala. "Fin dall’inizio i nostri colleghi sia a Teheran che presso la nostra ambasciata a Roma, nonché il consolato a Milano, hanno seguito la questione", ha aggiunto il portavoce. (la Repubblica)
Alla fine Reza Pahlevi morirà in esilio. Per l'Iran quello degli ostaggi è un vizietto lungo 45 anni. (il Giornale)
L'associazione Stampa Romana e l'Ordine dei giornalisti del Lazio hanno organizzato un sit-in in Piazza degli Apostoli a Roma per esprimere solidarietà a Cecilia Sala e chiedere l'immediata liberazione della giornalista di Chora Media e del Foglio, detenuta in Iran dal 19 dicembre. (La Stampa)
Ci auguriamo che il suo caso venga risolto rapidamente». Questa volta è la portavoce del governo — nominata dal presidente «riformista» Masoud Pezeshkian e prima donna a ricoprire il ruolo — a ribadire la «nuova» versione iraniana sul caso di Cecilia Sala rinchiusa dal 19 dicembre in una cella a Evin, a Teheran (Corriere della Sera)
Le versioni del regime iraniano cambiano, si alternano, si rincorrono e si accavallano, in una girandola diplomatica che assomiglia al gioco delle tre carte, ma di cui non si può non tenere conto. (Il Dubbio)