Liliana Segre: «Con le leggi razziali divenni invisibile. Ad Auschwitz ero solo il numero 75190»

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Il Sole 24 ORE INTERNO

La senatrice a vita racconta tutto l’orrore che ha dovuto affrontare in campo di concentramento, invitando a non essere indifferenti. 4' di lettura. «Ad Auschwitz ero solo il numero 75190».

Ad Auschwitz ero solo il numero 75190» «Non ho mai perdonato certe cose».

«Con le leggi razziali divenni invisibile». Ricorda le leggi razziali: «Un giorno di settembre del 1938 sono diventata l’altra.

Se qualcuno legge a fondo le leggi razziali fasciste, una delle cose più crudeli è stato far sentire invisibili i bambini. (Il Sole 24 ORE)

La notizia riportata su altre testate

Ma soprattutto, Liliana Segre resterà sotto la pelle dei ragazzi a cui si è donata. Anche in salute, come quelli di Liliana Segre. (La Stampa)

Che la memoria della Shoah, portata per trent'anni dalla Segre nelle scuole d'Italia, approdasse qui, è una testimonianza nella testimonianza. È la serenità, antica e tenace, del paesaggio toscano, unita a quell'altra sensazione di limpidezza che si riceve dai giovani, che cercano un proprio domani, con cocciuta semplicità. (Il Sole 24 ORE)

In quel caso ci bastò che un uomo eseguisse degli ordini” queste le parole della senatrice Liliana Segre nel suo ultimo discorso in pubblico a Rondine Cittadella della Pace vicino ad Arezzo. So cosa vuol dire essere respinti. (Corriere TV)

La tensostruttura allestita alla Cittadella della pace di Rondine, ad Arezzo, ha ospitato l'ultima testimonianza pubblica della senatrice Liliana Segre. La sezione di Trani di Anpi, nella persona del presidente Vincenzo Dicugno si associa ai ringraziamenti per la grande opera di testimonianza e insegnamenti che Liliana Segre ci ha voluto donare. (Radiobombo)

Senza emozioni, senza più seno, senza mestruazioni, spesso senza mutande. La macchina dell’odio è sempre in agguato e le testimonianze come quelle della senatrice a vita Liliana Segre, che ieri si è lasciata andare a dettagli mai riferiti prima, sono il migliore antidoto. (L'Eco di Bergamo)

Però possiamo sempre scegliere, come la Segre adolescente quel giorno, davanti al suo aguzzino ormai inerme. Poi i soldati russi che si approssimano, le prigioniere e i prigionieri trascinati dai nazisti in una marcia della morte senza meta. (Avvenire)