Salvini, giornali impazziti: “Voleva essere condannato”

Salvini, giornali impazziti: “Voleva essere condannato”
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Nicola Porro INTERNO

Zuppa di Porro del 21 dicembre. Stupendo, hanno assolto Salvini ma lui voleva essere condannato. Secondo il Fatto comunque è sconfitto, secondo il Foglio: mah. Il mercatino del Brandeburgo. Trump e i dazi e le spese militari. Tassa alla Camera la Finanziaria, ma alcuni geni di Forza Italia sapete su cosa fanno polemica? Sulle multe No Vax: pazzesco. Sala racconta i grattacieli di Milano. Mascheroni sulla Chat di Giannini. (Nicola Porro)

Su altre testate

Roma — Giubilo e sospiri di sollievo, a destra: quando arriva la notizia dell’assoluzione di Matteo Salvini alla Camera, dai banchi della maggioranza scatta un applauso di un minuto e i leghisti intonano «Matteo, Matteo». (la Repubblica)

Attivisti al Tar contro le attività in Libia finanziate dalla Farnesina. (La Verità)

Semmai una risposta a chi vuole il male dell'Italia, come il signor Soros e altre associazioni straniere che finanziano la distruzione della nostra cultura e civilta'", ha dichiarato il vicepremier Matteo Salvini commentando recenti sviluppi politici. (Tiscali Notizie)

Salvini: “In futuro tornare a fare il ministro dell'Interno sarebbe stupendo”

Che le sofferenze procurate a innocenti da parte di un potente non siano considerate reato, nemmeno. Una decisione, quella dei giudici di Palermo, che ha preso in contropiede ong e sinistra. (Liberoquotidiano.it)

Incontra i cittadini a Largo Argentina, a Roma, dopo la sentenza di assoluzione sul caso Open Arms ed è qui che non nasconde il suo desiderio di essere di nuovo ministro dell’Interno. Non esclude un ritorno al Viminale Matteo Salvini. (la Repubblica)

Matteo Salvini a Roma incontra alcuni militanti della Lega e si lascia andare alla nostalgia del Viminale. Si è a lungo scritto, nei giorni della formazione del governo Meloni, del veto opposto dal Quirinale all'ipotesi di un suo ritorno all'Interno, concretizzatosi nella decisione di Giorgia Meloni di nominarlo ministro dei Trasporti, ma «se qualcuno in passato pensava che non potessi più andare al Viminale perché ero un potenziale delinquente e sequestratore, adesso cade questo pensiero. (La Stampa)