Tajani "Neanche un magistrato deve essere politicizzato"

Tajani Neanche un magistrato deve essere politicizzato
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La Provincia di Cremona e Crema INTERNO

«Le dichiarazioni su Giorgia Meloni, nella mail dei magistrati, sono inaccettabili». Lo dice il vicepremier Antonio Tajani, in un'intervista al Corriere della Sera. «C'è un piccolo gruppo, una corrente che si chiama Magistratura democratica, storicamente legata all'allora partito comunista, che prima attaccava Silvio Berlusconi e ora attacca Meloni. Si lamentano del generale Vannacci, ma fanno la stessa cosa», spiega il ministro degli Esteri, che aggiunge: «Dicono che un generale non deve fare politica. (La Provincia di Cremona e Crema)

La notizia riportata su altri giornali

La mail pubblicata dal giornale e firmata dal sostituto procuratore della Cassazione, Marco Patarnello, è la prova dell’esistenza di una magistratura politicizzata e schierata a sinistra il cui unico obiettivo è sovvertire la volontà popolare, mirando a contrastare l’azione del governo guidato da Giorgia Meloni (La Voce del Patriota)

In queste ore sta per essere presentata un’interrogazione parlamentare alla Camera e al Senato in cui si invita il Guardasigilli Carlo Nordio a «disporre un’ispezione» e a procedere «con un’azione disciplinare» contro il magistrato iscritto a Magistratura democratica (che i suoi al Giornale definiscono «neanche tra i più barricaderi»), i componenti laici di centrodestra del Consiglio superiore della magistratura sono pronti a chiedere l’apertura di una pratica di tutela dell’autonomia e dell’indipendenza della magistratura e l’eventuale trasmissione della pratica alla Prima commissione per l’attivazione dell’azione disciplinare e di un procedimento disciplinare per il «trasferimento d’ufficio per incompatibilità ambientale». (il Giornale)

“Ho chiesto al Governo, al Csm e al Presidente della Repubblica di intervenire. Un magistrato della Cassazione di Magistratura democratica, con una e-mail, invita sostanzialmente alla rivolta contro il Governo. (Civonline)

Un rapporto accidentato e l’equilibrio tra i poteri

Se c’è qualcuno che ha preso il tribunale per un centro sociale e per un luogo di vendetta politica ha sbagliato mestiere, molto semplicemente. Ci sono più di 9mila magistrati in Italia, la stragrande maggioranza fanno liberamente e positivamente il loro lavoro. (ilmessaggero.it)

Dovrebbe far riflettere gli organi di rappresentanza della magistratura che non aumenta il distacco tra classe politica e magistratura ma i cittadini, che noi rappresentiamo, perché oggi gli stessi cittadini possono decidere di non rinnovarci la fiducia e hanno il potere di mandarci a casa ma è convinzione generale che l’unica categoria di intoccabili, anche quando sbagliano, sono i magistrati. (La Voce del Patriota)

Nel maggio del 1947 il giurista e gesuita Salvatore Lener scrisse su «La Civiltà Cattolica»: «L’imparzialità del giudice non è soltanto una condizione per la migliore amministrazione della giustizia, non è una mera qualità dell’organo giurisdizionale; ma è l’elemento che definisce semplicemente la stessa natura intorno alla funzione giurisdizionale nei confronti delle altre funzioni sovrane e, particolarmente, di quella esecutiva». (L'Eco di Bergamo)