Tajani, i soldati italiani in Libano non si toccano

Tajani, i soldati italiani in Libano non si toccano
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Il Messaggero Veneto ESTERI

"Una cosa è certa: i soldati italiani non si toccano. Sono lì per portare la pace". Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, parlando in video conferenza all'assemblea dei Giovani industriali in corso a Capri, commentando gli attacchi alla missione Unifil in Libano. . (Il Messaggero Veneto)

Ne parlano anche altri media

Il ministro della Difesa: "È un anno e mezzo che chiedo il cambio delle regole d'ingaggio" (LAPRESSE)

Gli Stati Uniti a Israele: “Non colpire più Unifil”. Il Nicaragua rompe i rapporti diplomatici: “Governo fascista e genocida” ROMA – Gli Stati Uniti chiedono a Israele di non prendere più di mira i peacekeeper di Unifil, la missione delle Nazioni Unite in Libano: lo ha detto il presidente americano Joe Biden, dopo che postazioni dei caschi blu sono state colpite dalle forze armate di Tel Aviv due volte in appena 48 ore. (Dire)

E Andrea Tenenti, il portavoce di Unifil, che dichiara: «La situazione è chiara: se nei mesi passati ci sono stati scontri, in questo caso sembrano attacchi voluti e deliberati contro l’Unifil da parte dell’Idf, l’esercito israeliano. (L'Eco di Bergamo)

Unifil, cosa prevedono e come cambiano le regole di ingaggio dei soldati italiani in missione

Il resto lo raccontano le macerie delle aree attorno alla città costiera,… Per comprendere il clima nel quale opera la missione Unifil nel Sud del Libano è bastato contare almeno sei bombardamenti israeliani nel giro di un’ora, dal nostro arrivo a Tyro. (La Stampa)

La giudica un totale fallimento e ne auspica il ritiro. È spietata la sentenza sulla missione Unifil di Andrea Molle, professore associato di Scienze politiche e Relazioni internazionali presso la Chapman University di Orange, California, che in questa intervista a Start Magazine spiega perché a suo avviso si dovrebbe lasciare campo libero a Israele per disarmare finalmente Hezbollah. (Start Magazine)

Cambiano per ogni missione, decidono vita, morte e chance di sopravvivenza dei nostri soldati all'estero. Le regole di ingaggio per i militari italiani in Libano come in Kosovo e in Niger, in Libia o nel Mediterraneo sono una garanzia, ma possono trasformarsi in un cappio letale. (ilmessaggero.it)