L'Ursula-bis parte in salita per il dilemma tra Verdi e Meloni

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Inside Over INTERNO

Giorgia Meloni non può sorridere dopo la tornata di euro-nomine del recente Consiglio Europeo, che ha visto l'Italia spinta relativamente ai margini da un misto di assenza di decisionismo e calcoli elettorali. Ma difficilmente i deus ex machina dell'accordo che ha premiato Ursula von der Leyen, Antonio Costa e Kaja Kallas potranno sorridere. E se per l'ex premier portoghese, vinta (Inside Over)

Ne parlano anche altre testate

Chiudere le stalle prima che i buoi scappino. (L'HuffPost)

Si è astenuta su von der Leyen e ha votato contro Costa e Callas, senza per questo impedire al vertice dei capi di Stato e di governo di approvare i nomi proposti dai negoziatori di Ppe, Pse e Alde. Sulle nomine per gli incarichi di vertice dell'Ue, Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione, Antonio Costa a quella del consiglio, e Kaja Kallas come Alto rappresentante per la Politica estera e della Sicurezza, la premier Giorgia Meloni ha deciso di prendere la strada più impervia e probabilmente meno fruttuosa per il paese. (Italia Oggi)

Se il mondo cambia e si apre a incognite che sanno di svolta storica, da quelle legate alle legislative francesi alle presidenziali negli Usa, l’Ue tenta di mantenere la posizione. Quando si è sotto assedio, è difficile trovare l’energia per rilanciare. (L'HuffPost)

Dopo l'accordo Ue Meloni resta in trincea: spiragli nelle trattative per un posto di peso

Il dilemma di von der Leyen tra Verdi e Fdi (AGI - Agenzia Italia)

Trump si è attenuto allo schema andando all'attacco ma senza esagerare e Biden ha fatto esattamente quello che i suoi sostenitori temevano. Cioè instabile, incerta, insicura". (Liberoquotidiano.it)

– “Non ha capito la differenza tra l’Italia e la maggioranza". La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e la premier italiana Giorgia Meloni (foto d’archivio)EPA Perché al dunque il risultato dell’astensione sulla candidata alla presidenza della Commissione von der Leyen e il voto contrario sull’Alta commissaria Kaja Kallas e sul presidente del Consiglio Antonio Costa condanna la premier a un negoziato tutto in salita con la maggioranza popolar-socialista-liberale e i grandi paesi fondatori. (QUOTIDIANO NAZIONALE)