In Sala Rossa la Giornata contro la violenza sulle donne – CittAgorà
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Anche la Sala Rossa ha celebrato la Giornata mondiale contro la violenza sulle #donne, con un incontro, questo pomeriggio, dove sono state presentate alcune iniziative concrete, destinate a sensibilizzare l’opinione pubblica per contrastare la violenza di genere. Ha introdotto l’incontro la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo che, come prima cosa, ha ricordato le motivazioni che portarono l’Onu, nel 1999, a celebrare il 25 novembre quale giornata contro la violenza sulle donne. (Città di Torino)
Su altri giornali
Al grido «Che tremi ogni fascista, oggi Torino è transfemminista», nel giorno dedicato alla violenza contro le donne sono stati organizzati due cortei lanciati da «Non una di meno»: uno da San Salvario e un secondo da Aurora. (La Stampa)
In occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, la Regione Piemonte ribadisce il suo impegno a sostegno delle donne vittime di tutte le forme di violenza.. (Virgilio)
La ricorrenza è stata istituita dall’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite il 17 dicembre 1999, al fine di invitare gli Stati a organizzare e promuovere iniziative di sensibilizzazione su una delle violazioni dei diritti umani più diffuse e persistenti. (Normanno.com)
Un coro di voci e di luci rosa che si è levato per dire no alla violenza di genere. “Insieme sogneremo, non una, non una di meno” è il grido che riecheggia per le strade della città. (TorinOggi.it)
Un tappeto rosa viene srotolato in piazza Castello quando mancano dieci minuti alle 21. Una ragazza si commuove. Dice: «Sono 106. Dopo Giulia Cecchettin non è cambiato niente». L’ultima a Torino si chiamava Roua Nabi, è stata uccisa dall’ex marito lo scorso settembre. (La Stampa)
Nel cuore del grande cerchio formato dalle manifestanti, è stato acceso con dei bancali di legno un falò. Alcune attiviste hanno letto i nomi delle donne uccise nel corso del 2024, nomi riportati anche su un lungo striscione fucsia che è stato tagliato in modo da formare un pañuelo, il fazzoletto indossato dalle attiviste, per ogni vittima. (Il Fatto Quotidiano)