Clima, il ritorno di Trump alla Casa Bianca rischia di frenare la corsa contro il tempo
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La rielezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti rappresenta una nuova grande sfida nella lotta per il clima. Noto per le sue posizioni scettiche e antiscientifiche sulla crisi climatica e l’appoggio incondizionato all’industria dei combustibili fossili, il tycoon ha già dimostrato in passato una tendenza a indebolire qualsiasi regolamentazione ambientale. La precedente amministrazione Trump è infatti stata caratterizzata da passi indietro drammatici su decine di leggi sul clima e l’ambiente, dal definanziamento dell’Environmental Protection Agency (EPA) all’abbandono dell’Accordo di Parigi, con decisioni che hanno destabilizzato progressi per la salvaguardia del clima e degli ecosistemi che avevano richiesto molti anni. (Icona Clima)
La notizia riportata su altri giornali
Stare dalla parte del petrolio e del gas equivale a restare indietro in un mondo in rapido movimento. Le tecnologie per l'energia pulita continueranno a superare i combustibili fossili. (Tiscali Notizie)
È iniziato ufficialmente il lungo giorno delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Alle 5 del mattino, ora locale, sono stati aperti i primi seggi lungo la costa est, segnando l’inizio di una maratona elettorale che attraverserà sei fusi orari. (greenMe.it)
Donald Trump vince le elezioni USA e ritorna alla Casa Bianca, conquistando il 47esimo mandato da Presidente degli Stati Uniti. La vittoria del tycoon avrà un impatto sul settore automobilistico, tra dazi sulle auto elettriche e sulle importazioni e riduzione degli incentivi governativi sulle proposte green. (Moveo)
Tuttavia, la modalità di realizzazione avverrebbe diversamente per le due parti: da una parte Kamala Harris ha intenzione di sfruttare tecnologie rinnovabili; mentre dall’altro lato, Trump è orientato sull’eliminazione legislazioni ecologiche che limitano l’estrazione di petrolio, gas e carbone. (Energy CuE)
La fine degli Esg? Più d’uno se lo è chiesto, stamane? Che succede della lunga marcia della sostenibilità, con le sue pieghe iperboliche, per carità, pompate dalla finanza con afflato talvolta non cristallino, col brand activism del marketing strategico, con l’opportunismo modaiolo di una certa politica, che succede, dicevamo, della lunga marcia che comunque ha portato nell’ultimo quarto di secolo a qualche risultato non trascurabile in fatto di lotta al cambiamento climatico e a responsabilità sociale delle imprese? Sì perché Donald Trump non ha mai nascosto la propria contrarietà a tutto questo vasto mondo e a tutti i suoi principi, con furba faciloneria ridotto a wokismo. (Vita)
Alla Cop29 in Azerbaijan sarà impossibile ignorare l'elefantino nella stanza. (la Repubblica)