La Palestina è alle Olimpiadi per ricordarci che esiste ancora

La Palestina è alle Olimpiadi per ricordarci che esiste ancora
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L'Ultimo Uomo SPORT

Majed Abu Maraheel è stato il prima atleta palestinese a partecipare alle Olimpiadi. Era il 1996, i Giochi si svolgevano ad Atlanta, e la sua esperienza era durata poco, dopo essere arrivato ventunesimo nel suo gruppo di qualificazione nei diecimila metri piani maschili. Maraheel era nato nel campo profughi di Nuseirat, nella striscia di Gaza, sorto nel 1948 dopo la nascita dello stato di Israele e la conseguente espulsione di centinaia di migliaia di palestinesi, che ricordano quell’evento con il nome di nabka (cioè: la catastrofe). (L'Ultimo Uomo)

Ne parlano anche altri giornali

– Il pugile palestinese Waseem Abu Sal, uno dei due portabandiera della squadra olimpica, ha indossato una camicia bianca con ricamati jet che sganciano bombe sui bambini che giocano a calcio durante la cerimonia di apertura dei Giochi di Parigi. (Il Faro online)

"Il Comitato Olimpico Israeliano ha perso il diritto morale, sportivo, umanitario e legale di partecipare, incoraggiando e, per alcuni di loro, partecipando alla guerra, al genocidio e alla pulizia etnica in corso a Gaza". (Diretta)

DALLA NOSTRA INVIATA GERUSALEMME Quando Waseem Abu Sal salirà sul ring del Roland Garros domenica, non sarà solo il primo pugile palestinese alle Olimpiadi. (Corriere della Sera)

Il palestinese che nuota il dorso, tifa per il suo popolo e tifa per Ceccon d’oro

«Questa maglietta rappresenta l’immagine attuale della Palestina», ha detto l’atleta, «i bambini che vengono martirizzati e muoiono sotto le macerie, i bambini i cui genitori vengono uccisi e rimangono soli, senza cibo né acqua». (Open)

Sulla sua casacca, di colore bianco, erano ricamate immagini di aerei da guerra che lanciavano missili su dei bambini che praticavano sport. «Questa maglietta rappresenta l’immagine attuale della Palestina - ha spiegato oggi Abu Sal -, i bambini che vengono martirizzati e muoiono sotto le macerie, i bambini i cui genitori vengono uccisi e rimangono soli, senza cibo né acqua». (Giornale di Sicilia)

Il palestinese che nuota il dorso, tifa per il suo popolo e tifa per Ceccon d’oro (La Gazzetta dello Sport)