Inseguimento a Roma, la morte di Ramy Elgaml
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Nella notte del 24 novembre scorso, un tragico incidente ha scosso la città di Roma. Ramy Elgaml, giovane di 28 anni, ha perso la vita durante un inseguimento ad alta velocità tra il suo scooter e una pattuglia dei carabinieri. Secondo la testimonianza di Omar E., testimone oculare dell'accaduto, l'inseguimento si è svolto a una velocità inaudita, culminando in una collisione tra il veicolo delle forze dell'ordine e lo scooter di Ramy. Tuttavia, la relazione tecnica della polizia locale sembra smentire questa ricostruzione, in attesa della consulenza cinematica disposta dalla procura.
Omar ha dichiarato che, mentre stava filmando la scena con il suo cellulare, due carabinieri lo hanno intimidito, costringendolo a cancellare il video sotto minaccia di denuncia. La dinamica dell'incidente è stata parzialmente ripresa da una telecamera di videosorveglianza, che mostra l'auto dei carabinieri e lo scooter di Ramy procedere a tutta velocità in via Ripamonti. Nei frame successivi, si vede lo scooter perdere l'assetto di marcia, inclinarsi leggermente a sinistra e, nel tentativo di curvare o salire su un marciapiede, ribaltarsi sull'asfalto.
La morte di Ramy ha scatenato una serie di proteste a Torino, dove circa un migliaio di manifestanti si sono radunati per esprimere il loro sdegno. Con bombolette di vernice rossa, hanno scritto "assassini" sui muri e lanciato petardi, uova e pietre contro il commissariato Dora Vanchiglia. Il coro "Ramy è vivo e lotta insieme a noi" ha risuonato per le strade, mentre la tensione tra manifestanti e forze dell'ordine cresceva.
Omar ha messo a verbale la sua testimonianza due volte: il 3 dicembre in procura con il pm Marco Cirigliano e tre giorni dopo davanti ai carabinieri in via Moscova. Esiste anche un terzo verbale, non agli atti, che potrebbe fornire ulteriori dettagli sulla vicenda.