Chatgpt, 15 milioni da Garante Privacy

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Il Fatto Quotidiano ECONOMIA

Una sanzioneda 15 milioni di euro e una campagna informativa di 6 mesi su radio, televisione, giornali e Internet. Si chiude così l’istruttoria del Garante per la protezione dei dati personali nei confronti di OpenAI, la casa madre di ChatGpt, aperta nel 2023. “La decisione non è proporzionata e presenteremo ricorso”: è la risposta della … (Il Fatto Quotidiano)

Ne parlano anche altri giornali

Il Garante per la protezione dei dati personali ha imposto una sanzione da 15 milioni di euro a OpenAI, responsabile di ChatGPT, per violazioni della normativa vigente (GDPR). (IlSoftware.it)

L’azione, che conferma violazioni precedentemente contestate, segue un’istruttoria avviata nel marzo 2023 e tiene conto del parere dell’EDPB, che ha definito un approccio comune a questioni critiche legate al trattamento dei dati personali nei servizi di intelligenza artificiale. (Tecnica della Scuola)

ChatGPT, il Garante Privacy sanziona OpenAI: 15 milioni di euro di multa Di Il Garante per la protezione dei dati personali ha concluso l’istruttoria nei confronti di OpenAI, la società che sviluppa e gestisce il chatbot ChatGPT, comminando una sanzione di 15 milioni di euro. (Orizzonte Scuola)

Multa di 15 milioni a OpenAI per ChatGPT

Il Garante per la protezione dei dati personali ha emesso un provvedimento sanzionatorio contro OpenAI per la gestione dei dati personali nel servizio ChatGPT . La sanzione ammonta a 15 milioni di euro , considerando anche l’atteggiamento collaborativo dimostrato dall’azienda. (Gazzetta del Sud)

"La decisione non è proporzionata e presenteremo ricorso": è la risposta della società di Sam Altman (nella foto), che pochi giorni fa ha introdotto l’IA nella ricerca in sfida a Google e si è avviata verso la valutazione di 157 miliardi di dollari. (QUOTIDIANO NAZIONALE)

Il Garante per la protezione dei dati personali ha concluso l’istruttoria su ChatGPT, imponendo a OpenAI una sanzione di 15 milioni di euro. La multa tiene conto della collaborazione mostrata dall’azienda statunitense, ma evidenzia violazioni gravi, come il trattamento dei dati personali degli utenti senza un’adeguata base giuridica e la mancata trasparenza nelle informazioni fornite agli utenti. (la VOCE del TRENTINO)