Giulia Cecchettin, la famiglia chiede a Turetta 2 milioni per l'omicidio: il risarcimento e le tabelle. Come funziona lo "iure hereditatis"
Articolo Precedente
Articolo Successivo
«Io al processo mi sono nuovamente sentito offeso e la memoria di Giulia umiliata». Lo scrive sui social Gino Cecchettin, papà di Giulia uccisa a coltellate dall’ex fidanzato Filippo Turetta, all’indomani dell’arringa difensiva pronunciata davanti alla corte d’Assise di Venezia. «La difesa di un imputato è un diritto inviolabile, garantito dalla legge in ogni stato e grado del procedimento. Tuttavia, credo che nell'esercitare questo diritto sia importante mantenersi entro un limite che, pur non essendo formalmente codificato, è dettato dal buon senso e dal rispetto umano», spiega l’uomo, assente durante la discussione degli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera. (ilmessaggero.it)
La notizia riportata su altre testate
Il riferimento è ad alcuni passaggi della linea difensiva portata davanti alla Corte d'Assise dall'avvocato Caruso. (Vanity Fair Italia)
Secondo la procura, Filippo Turetta ha pianificato con maniacale cura le fasi del rapimento e l’uccisione di Giulia Cecchettin (come dimostra la lista delle cose da fare, da lui poi cancellata), e ha attuato il suo proposito senza mai recedere o fermarsi, nonostante il delitto si sia sviluppato in tre diverse fasi, tra le 23.19 e le 23.40, tra Vigonovo e Fossò, una delle quali concretizzatasi all’interno della Fiat Punto con cui poi il ventitreenne di Torreglia si è dato alla fuga, per una settimana, fino all’arresto avvenuto in Germania. (ilgazzettino.it)
«Ieri mi sono sentito offeso e la memoria di Giulia è stata umiliata». Le parole, dure, chiudono un messaggio di denuncia pubblicato sui social da Gino Cecchettin, padre della giovane uccisa lo scorso 11 novembre 2023 dall’ex fidanzato Filippo Turetta. (Open)
Offeso dalla citazione di Pablo Escobar – “Perché confrontare Filippo con un boss, che senso ha?” -; offeso dalla descrizione del killer come “un ragazzino di 22 anni”; offeso da quell’espressione “un po’ come va”, usata per dimostrare che… (la Repubblica)
La testa non l’ha praticamente mai sollevata, lo sguardo fisso verso il banco che aveva davanti, o più probabilmente perso nel vuoto. E anzi forse – come fanno tanti ragazzi di oggi – se avesse potuto si sarebbe tirato su il cappuccio della felpa rosso bordeaux (un caso che fosse proprio del colore simbolo della lotta alla violenza sulle donne?) che indossava, per scomparire. (Corriere della Sera)
Il tentativo dell'avvocato Giovanni Caruso di evitare l'ergastolo a Turetta, smontando le aggravanti della premeditazione, della crudeltà e degli atti persecutori, fa dire a Gino Cecchettin che è «stato superato ogni limite». (il Giornale)