Autonomia, la Lega sfida la Corte. E Mattarella affonda le riforme
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Nel day after della sentenza della Corte costituzionale che giovedì ha dichiarato in parte illegittima la riforma sull’autonomia differenziata, il governo è in tilt e a dare il colpo di grazia ci pensa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo alla festa dei 25 anni dell’Osservatorio permanente dei giovani editori. Il Capo dello Stato prima … (Il Fatto Quotidiano)
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Al di là delle dichiarazioni tutti si interrogano sul che fare ora: sia nella maggioranza che nelle opposizioni, per le quali diventa dirimente sapere se la Cassazione a metà dicembre consentirà il referendum sulla parte residua della legge Calderoli. (il manifesto)
Insomma, nessuna Regione può diventare uno Stato a parte”. La Corte però dice “no”, non si può fare in questi termini. (RSI Radiotelevisione svizzera)
E anche un modo per evitare un referendum che al Sud e non solo «rischiava di essere per noi un bagno di sangue». La bocciatura della Corte costituzionale su molti punti della legge sull’Autonomia regionale voluta dalla Lega è «severa». (Corriere Roma)
Ciò significa che per gli interventi che la Corte ha fatto, tutte le procedure che sono state avviate dalle singole regioni per stipulare le cosiddette intese previste dall'articolo 116 comma 3 non possono andare avanti, quindi il processo è fermo e non potrà che essere fermo. (Tiscali Notizie)
All’indomani della tagliola della Corte Costituzionale nel centrodestra si propinano diverse ricette per rimettere in pista la riforma federalista promessa agli elettori. Schiaccia sull’acceleratore la Lega per nulla decisa a rallentarne il percorso e riaprire un lungo iter parlamentare come sembra suggerire la Corte. (ilmessaggero.it)
Massimo Villone, costituzionalista tra i primi a organizzare la battaglia contro l’autonomia, non ha dubbi: la sentenza della Corte costituzionale, per quel che si può capire dal comunicato di ieri, fa a pezzi il ddl Calderoli, il quale “mente sapendo di … E nel comitato Lep dovrebbero vergognarsi”. (Il Fatto Quotidiano)