La Lega sfida la Consulta: «L’Autonomia va avanti». Ma FdI e azzurri frenano
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Avanti subito con l’autonomia. O forse no, «c’è tempo fino a fine legislatura». All’indomani della tagliola della Corte Costituzionale nel centrodestra si propinano diverse ricette per rimettere in pista la riforma federalista promessa agli elettori. Chi ha fretta di arrivare a dama. Chi invece, dietro le quinte, spera nella frenata. Schiaccia sull’acceleratore la Lega per nulla decisa a rallentarne il percorso e riaprire un lungo iter parlamentare come sembra suggerire la Corte. (ilmessaggero.it)
Su altri giornali
E nel comitato Lep dovrebbero vergognarsi”. “Calderoli sta facendo una sceneggiata, ma ha perso. (Il Fatto Quotidiano)
Secondo il costituzionalista Michele Ainis, intervistato dal TG della RSI, “ciascuna delle 15 regioni di diritto comune può reclamare tutte e 23 le materie in gioco. Insomma, nessuna Regione può diventare uno Stato a parte”. (RSI Radiotelevisione svizzera)
La maggioranza di destra-centro il giorno dopo la bocciatura da parte della Corte costituzionale dei due cardini della legge sull’autonomia differenziata, è apparsa come una scena del teatro surreale di Ionesco in cui ognuno degli attori pronuncia frasi slegate da quelle degli altri presenti in scena. (il manifesto)
Nel day after della sentenza della Corte costituzionale che giovedì ha dichiarato in parte illegittima la riforma sull’autonomia differenziata, il governo è in tilt e a dare il colpo di grazia ci pensa il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo alla festa dei 25 anni dell’Osservatorio permanente dei giovani editori. (Il Fatto Quotidiano)
"La Corte Costituzionale ha destrutturato la legge Calderoli, che allo stato dei fatti non è più applicabile. Questo è un successo del lavoro di squadra della Puglia, che per prima ha creduto nella difesa dei valori della Costituzione italiana ed in particolare del modello di regionalismo cooperativo che fu delineato dalla sensibilità e lungimiranza dei nostri padri costituenti". (Tiscali Notizie)
In effetti, lei l’aveva detto: andiamoci piano... E anche un modo per evitare un referendum che al Sud e non solo «rischiava di essere per noi un bagno di sangue». (Corriere Roma)