Oasis, i biglietti del tour costano da 80 a 600 euro

Oasis, i biglietti del tour costano da 80 a 600 euro
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I biglietti per assistere all'Oasis Live '25, il tour della reunion dei fratelli Gallagher da poco annunciato per l'estate prossima, vengono a costare, una volta messi in vendita a partire da sabato 31 agosto, tra le 70 e le 500 sterline (80-600 euro). E' quanto emerge sui media del Regno Unito, secondo cui allo stadio di Wembley a Londra si parte da 74 pound (87 euro) per arrivare sino a 506 (oltre 600 euro) se si vuole un trattamento vip. (Il Mattino di Padova)

Ne parlano anche altre fonti

Lalaziosiamonoi.it TUTTOmercatoWEB.com (La Lazio Siamo Noi)

La storia del rock è piena di reunion, quasi sempre inutili, cocci messi insieme solo in nome del dio denaro e in spregio di quell'energia originale che resta il tesoro più prezioso di una musica invecchiata male, ma non così tanto da non accorgersi che dietro il ritorno dei fratelli coltelli Liam e Noel Gallagher non c'è una pace fatta, un'intesa ritrovata dopo la rottura del 2009, un compromesso artistico, quanto la voglia di far cassa, prima che sia troppo tardi. (ilmattino.it)

La celebratissima (e per certi versi clamorosa perché inaspettata) reunion degli Oasis sta facendo impazzire migliaia di fan sparsi in tutto il mondo che, il 31 agosto, cercheranno di accaparrarsi i biglietti delle 14 date sparse per Gran Bretagna e Irlanda. (Corriere della Sera)

Gli Oasis, i nostri bulli working class preferiti

Sembrerebbe di sì: «Le armi sono state ammutolite. Venite a vedere. (Vanity Fair Italia)

Il tour di reunion degli Oasis è stato annunciato dai fratelli Gallagher il 27 agosto e da giorni non si parla d’altro. A causa della elevata richiesta di biglietti, che saranno in vendita dal 31 agosto, la band ha aggiunto 3 nuove concerti. (Radio Capital)

Così sembra però una frase vaga, allora potrei dire meglio: tra la biblioteca e la strada. In un saggio incompiuto di Daniele Del Giudice, uno degli scrittori più colti che la letteratura italiana abbia avuto negli ultimi decenni, c’è un inaspettato passaggio in cui scrive: «Quand’ero ragazzo avevo due famiglie, una era quella dei miei coetanei con cui parlavo di filosofia, di letteratura, l’altra era quella dei miei coetanei motociclisti, con cui parlavo solo di motori; le due etnie si detestavano, nel senso che la mia famiglia dei motociclisti giudicava quella dei filosofi e dei letterati come puri secchioni, e quella dei filosofi e dei letterati e puri secchioni giudicava quella dei motociclisti una famiglia di bruti e snaturati». (Rivista Studio)