Il giovane arrestato per la morte di Andrea, parla il legale: "E’ molto provato per quello che sta accadendo attorno a lui"
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PERUGIA. "È molto provato per tutto quello che sta accadendo attorno a lui" il diciottenne romano agli arresti domiciliari per induzione o aiuto al suicidio nell'ambito delle indagini sulla morte a Perugia dello studente universitario lancianese Andrea Prospero. Lo ha detto all'Ansa il suo difensore, Alessandro Ricci. Venerdì 21 marzo, di mattina, il giovane comparirà davanti al gip del capoluogo umbro per l'interrogatorio di garanzia. (Il Centro)
Ne parlano anche altri giornali
Mentre a Roma viene arrestato “l’amico” di chat per il suicidio di Andrea, a Melegnano la mamma di Matteo lancia l’appello contro il lato oscuro della Rete, che purtroppo miete vittime anche sul territorio. (Il Cittadino)
È caccia agli “amici” della chat dell'orrore, dove in diretta si sarebbe consumato il suicidio di Andrea Prospero, lo studente di Lanciano trovato morto il 29 gennaio scorso in una camera in affitto nel centro di Perugia (ChietiToday)
Cosa ci facevano le decine di schede sim e i cinque cellulari trovati nella stanza di Perugia dove il 29 gennaio Andrea Prospero, 19 anni, è stato trovato morto in seguito all’assunzione di ossicodone? E perché le due carte di credito recuperate dagli inquirenti erano vuote? Sono questi gli elementi su cui si stanno concentrando le indagini sulla morte dello studente di ingegneria informatica , per cui un 18enne romano si trova ai domiciliari, con l’accusa di istigazione o di aiuto al suicidio, e per cui un altro coetaneo è sotto inchiesta a Napoli per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. (Sky Tg24 )
Perugia – Centosettanta euro per morire. Così, alla fine, dopo sei mesi in cui studiava ossessivamente il modo più indolore e sicuro per togliersi la vita, Andrea Prospero aveva deciso. (la Repubblica)
Perché l’orrore della chat che in 35 minuti e pochi secondi ha visto morire il diciannovenne di Lanciano in un monolocale del centro storico di Perugia non è finito con l’ultimo fiato dello studente. Troppo rischioso. (ilmessaggero.it)
Potrà scegliere se rispondere alle domande o avvalersi della facoltà di non farlo. Una montagna da scalare, un peso insopportabile da affrontare per un ragazzo di 18 anni, che "può immaginare, è distrutto da tutto questo" spiega il suo legale, l’avvocato Alessandro Ricci (LA NAZIONE)