Pinelli, l’avvocato con il pallino del potere passato da Renzi a Salvini che in due anni ha litigato con tutti
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Roma — Adesso che annaspa tra le onde, Fabio Pinelli fatica a trovare qualcuno che gli lanci un salvagente. Nella stessa maggioranza che lo ha eletto vicepresidente (per un colpo di fortuna, il prescelto era Giuseppe Valentino di FdI, bloccato da un’inchiesta) tutti zitti mentre affonda. «Raccoglie quello che ha seminato in questi due anni», sibila un consigliere di centrodestra del Csm. E non ci… (la Repubblica)
La notizia riportata su altre testate
La risposta concreta non si è fatta attendere: tutti i togati, ad esclusione dei componenti di Magistratura Indipendente, attraverso un documento chiedono ora a Pinelli di essere resi “edotti, nel plenum di domani o nella sede meglio ritenuta, dei contenuti” dell’incontro di ieri con Meloni “affinché il Consiglio possa avere contezza di un passaggio tanto rilevante istituzionalmente”. (Firenze Post)
È escluso che Giorgia Meloni, persona accorta e ormai esperta di come si naviga nei palazzi romani, non sapesse che prendere un caffè con il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura (il Csm) all’insaputa o quasi del presidente della Repubblica costituiva una scortesia grave nei confronti di quest’ultimo. (la Repubblica)
Che il vicepresidente non abbia inteso rappresentare notizia preventiva o anche successiva ai consiglieri, in un contesto istituzionale, è un fatto anomalo. È stato un incontro irrituale quello tra la premier e il vicepresidente Pinelli? «Non ricordo sia mai capitato in passato. (Corriere della Sera)
Tanto più che «è avvenuto in un momento particolarmente delicato nei rapporti tra politica e magistratura».È la lettera firmata da 14 consiglieri del Consiglio superiore della magistratura e indirizzata al loro vicepresidente, Fabio Pinelli. (Corriere della Sera)
Meloni ha chiesto al vicepresidente quanto conta in Consiglio la corrente di Md. L’irritazione del Capo dello Stato Se la premier s’informa sulle toghe rosse al Csm (La Stampa)
In effetti l’irritazione al Quirinale stavolta è massima. (il manifesto)