Vignetta su Jeff Bezos censurata dal «Washington Post», si dimette l'autrice Ann Telnaes: «Mai successa una cosa simile»
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Il Washington Post, quotidiano di proprietà di Jeff Bezos, non pubblica una vignetta nella quale Ann Telnaes trasforma in satira abrasiva la corsa dei tycoon della tecnologia, un tempo nemici giurati di Donald Trump, ad ingraziarsi il nuovo presidente degli Stati Uniti: disegna lo stesso Bezos di Amazon, Sam Altman di OpenAI, Mark Zuckerberg di Meta-Facebook, il proprietario del Los Angeles Times Patrick Soon-Shiong, inginocchiati, insieme a Topolino, davanti a una statua di Trump alla quale offrono sacchi di dollari. (Corriere della Sera)
Se ne è parlato anche su altri giornali
«Beh, era una vignetta nella quale l'autrice dava del servo all'editore del suo giornale. Osho, lei cosa ne pensa? (il Giornale)
La vignettista del Washington Post realizza un disegno satirico sull'editore del quotidiano, Jeff Bezos, e si dimette perché la vignetta non viene pubblicata. Ann Telnaes ha voluto raffigurare i nemici un tempo giurati del tycoon che hanno cambiato diametralmente atteggiamento. (La Stampa)
Non è più un bel Post, evidentemente. (Il Fatto Quotidiano)
Ann Telnaes ha criticato la scelta del quotidiano: "Non era mai successo". (il Giornale)
Il 7 gennaio 2015 due terroristi islamici entrarono nella sede di Charlie Hebdo e ammazzarono dodici persone. Il 5 gennaio 2025 Ann Telnaes lascia il Washington Post perché non le hanno pubblicato una vignetta (La Stampa)
I lettori, al riguardo, si erano chiesti (e avevano chiesto al quotidiano) se questi valori fossero compatibili con un'eventuale vittoria di Donald Trump (che è poi arrivata). Descrivendo, infine, ciò che il Post spera di vedere in un leader: «Carattere e coraggio al servizio dell'etica americana, venerazione per lo Stato di diritto e rispetto per la libertà umana in tutti i suoi aspetti». (Corriere del Ticino)