G7, linea soft su Netanyahu. E sparisce la sentenza dell’Aia

G7, linea soft su Netanyahu. E sparisce la sentenza dell’Aia
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ilmessaggero.it INTERNO

Lo schiaffo di Anagni è più una carezza per Benjamin Netanyahu. Il premier israeliano su cui pende un mandato di cattura della Corte penale dell'Aia esce quasi incolume dal G7 Esteri italiano. Nelle ore in cui prende forma il cessate il fuoco in Libano il realismo si impone sul diritto internazionale: con Netanyahu, finché non si spegnerà l'incendio in Medio Oriente, bisogna parlare e trattare. Cinque righe nel comunicato finale dei ministri raccontano la difficile trattativa andata in scena dietro le quinte del summit nel cuore della Ciociaria, tra Fiuggi e Anagni, con la regia di Antonio Tajani (ilmessaggero.it)

Ne parlano anche altre testate

«Non può esserci equivalenza tra il gruppo terroristico Hamas e lo Stato di Israele». (Secolo d'Italia)

Roma, 25 nov. Rispettiamo la Corte ma siamo assolutamente convinti che le decisioni debbano esere giuridiche e non politiche, consideriamo un errore equiparare colui che ha organizzato la strage del 7 ottobre a un premier democraticamente eletto. (il Dolomiti)

Il G7 dei ministri degli Esteri, riunito a Fiuggi, sta discutendo anche sul mandato di arresto a carico di Benjamin Netanyahu, spiccato dalla Corte penale internazionale. Tutti appoggiarono, anzi lodarono la decisione dei giudici dell’Aia. (Corriere della Sera)

Arabia Saudita. Il mandato d’arresti per Netanyahu mette a disagio Mbs

Da Fiuggi – «Nell’esercizio del proprio diritto di difesa, Israele è tenuto in ogni caso a rispettare pienamente gli obblighi derivanti dal diritto internazionale, compreso il diritto internazionale umanitario. (Open)

L'incriminazione della Corte Internazionale produce una situazione grottesca: le Cancellerie al lavoro per una soluzione del conflitto che dovessero incontrare Netanyahu si troverebbero davanti un latitante da arrestare (il Giornale)

Il 21 novembre 2024, la Corte Penale Internazionale (CPI) ha emesso mandati di arresto contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant e il capo militare di Hamas Mohammad Diab Ibrahim al-Masri. (Notizie Geopolitiche)