“Quanto è successo a Calenzano può succedere anche a Panigaglia: il rischio zero non esiste”

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CittaDellaSpezia INTERNO

"L’impianto è pericoloso non solo per i rischi connessi alla sua natura ma è ancor più pericoloso per il momento storico che stiamo vivendo, momento caratterizzato da numerosi focolai di guerra, anche molto vicini a noi, con conseguenti possibili atti terroristici, e le attività che sono presenti nel nostro Golfo accanto al rigassificatore ne fanno un obiettivo altamente sensibile. Questo rischio, unito agli incidenti come quello di Calenzano o altri avvenuti in giro per il mondo, dimostrano purtroppo che il rischio zero non esiste e che anche qui può succedere". (CittaDellaSpezia)

La notizia riportata su altre testate

Un’emergenza che non può essere più rimandata e che chiede provvedimenti concreti per fermare la strage infinita. PRATO "Basta morti sul lavoro". (il Resto del Carlino)

Erano dipendenti della Sergen srl, azienda specializzata in impianti petroliferi, che ha sede a Grumento Nova (Potenza). Al momento dell’esplosione nel deposito dell’Eni di Calenzano, lunedì mattina, sotto la pensilina di carico carburanti non c’erano solo gli autisti delle autobotti che facevano rifornimento ma c’era anche una squadra di sei persone impegnata in un’attività di manutenzione. (Corriere Fiorentino)

Strage di Calenzano. La procura di Prato conferma di aver aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo, crollo doloso di costruzioni o altri disastri e rimozione dolosa delle cautele contro gli infortuni sul lavoro. (ilmessaggero.it)

Prato ha ricordato le due vittime pratesi. Il Comune: "A disposizione delle famiglie per tutto quello che servirà"

L'intero deposito Eni di Calenzano (Firenze) dove c'è stata l'esplosione del 9 dicembre 2024 è stato posto sotto sequestro dalla procura di Prato per svolgere le indagini tecniche necessarie per stabilire le cause dello scoppio alle pensiline di carico. (Corriere Fiorentino)

Li hanno recuperati al mattino i vigili del fuoco, fra le macerie dell’area distrutta dall’esplosione. E non erano tutti camionisti. Solo tre delle cinque vittime dell’immane esplosione al deposito Eni di Calenzano lavoravano come autotrasportatori: al nome di Vincenzo Martinelli si sono aggiunti quello di Carmelo Corso, 57 anni, e Davide Baronti, 49 anni, tutti da tempo residenti in Toscana. (il manifesto)

Alle 10 in punto è stato osservato un minuto di silenzio in piazza del Comune, scandito dai rintocchi della campana di Palazzo Pretorio, alla presenza di una delegazione della giunta e del gonfalone listato a lutto. (notiziediprato.it)