Bossetti, l'amarezza dei Gambirasio per la serie tv: «Operazione di marketing che ignora i fatti accertati»

Bossetti, l'amarezza dei Gambirasio per la serie tv: «Operazione di marketing che ignora i fatti accertati»
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Ci sono tre sentenze, univoche, di condanna all’ergastolo per Massimo Bossetti. E poi c’è la verità raccontata dalla serie tv. «L’ho vista, purtroppo. È un prodotto finalizzato a vendere l’idea che questo signore è innocente, costruita a tale scopo. Dimenticando ciò che c’è nel processo», afferma l’avvocato Andrea Pezzotta. È stato il legale di parte civile della mamma di Yara, Maura Panarese, ha seguito ogni grado di giudizio. (ilmessaggero.it)

Ne parlano anche altre fonti

La Cassazione boccia la richiesta di analisi dei reperti di Yara Gambirasio (AGI - Agenzia Italia)

Dallo scorso 16 luglio, giorno di uscita su Netflix della docu-serie Il caso Yara – Oltre ogni ragionevole dubbio, su TikTok il volto di Massimo Bossetti, il muratore di Mapello arrestato nel 2014 e condannato all’ergastolo per l’omicidio della piccola Yara Gambirasio, è diventato un tormentone. (ilmessaggero.it)

di Capital Web “Nella storia di Yara accadono stravolgimenti davvero incredibili” (Radio Capital)

Il caso Yara, perché il Dna non è l'unico elemento che inchioda Bossetti: tutti i dubbi chiariti da Fiorenza Sarzanini. «Ignoto 1 è lui»

Il suo corpo senza vita viene ritrovato tre mesi dopo in un campo a Chignolo d'Isola. Il muratore, all'epoca 43enne, unico imputato, è stato condannato in primo e secondo grado all'ergastolo. (Sky Tg24 )

“Una serie dal titolo ‘Bossetti colpevole oltre ogni ragionevole dubbio’ l'avrebbero guardata in tre. Anch'io, se non avessi seguito il processo, direi: poveretto, un buon padre di famiglia che gioca con i bambini ed è in carcere da dieci anni”. (L'HuffPost)

Il caso Yara, oltre ogni ragionevole dubbio è un lavoro che ricostruisce l'indagine con un obiettivo reso evidente già dal titolo: mettere in dubbio la solidità degli elementi che hanno portato alla condanna all'ergastolo per omicidio di Massimo Bossetti. (Corriere Roma)