Morta dopo liposuzione, il chirurgo: "Interventi estetici non sono frivolezze"
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Simonetta Kalfus, 62 anni, è deceduta il 18 marzo all’ospedale Grassi di Ostia a seguito di un intervento di liposuzione eseguito in una clinica privata romana. Secondo i primi risultati dell’autopsia, condotta dall’istituto di medicina legale di Tor Vergata, la causa del decesso sarebbe una grave sepsi. La procura di Roma ha iscritto nel registro degli indagati tre medici per omicidio colposo, mentre si attendono ulteriori accertamenti per ricostruire le dinamiche che hanno portato alla tragedia.
Roberto Valeriani, chirurgo plastico specializzato in ricostruttiva ed estetica, sottolinea che gli interventi di chirurgia estetica "non sono frivolezze, ma procedure complesse", ribadendo l’importanza di un percorso preoperatorio rigoroso. "Servono valutazioni cliniche approfondite, visite anestesiologiche, esami ematochimici e cardiologici, oltre a colloqui chiari con il paziente", spiega, evidenziando come ogni passaggio sia cruciale per ridurre i rischi.
La vicenda riaccende il dibattito sulla sicurezza delle operazioni estetiche, spesso percepite come semplici routine, nonostante comportino rischi non trascurabili. La morte della donna, che versava in coma vegetativo prima del decesso, ha portato gli investigatori a concentrarsi sulle condizioni in cui è stato eseguito l’intervento e sulla gestione postoperatoria. Le indagini, ancora in corso, dovranno stabilire se vi siano state negligenze o errori procedurali.