Iran, Khamenei guida preghiere del venerdì: poi la commemorazione per Nasrallah

Iran, Khamenei guida preghiere del venerdì: poi la commemorazione per Nasrallah
Articolo Precedente

precedente
Articolo Successivo

successivo
LAPRESSE ESTERI

L'ayatollah non celebrava sermoni da quasi cinque anni: una scelta che testimonia l'importanza e la gravità del momento A quasi cinque anni dall’ultima volta, quando nel gennaio 2020 celebrò le preghiere del venerdì – dopo che l’Iran aveva sparato alcuni missili contro una base dell’esercito statunitense in Iraq, in risposta a un attacco che uccise l’allora comandante delle Guardie Rivoluzionarie Qassem Soleimani, – la Guida Suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, è tornato a guidare l’evento religioso. (LAPRESSE)

Ne parlano anche altri giornali

Nel raid condotto da Israele a Tulkaren, in Cisgiordania, è stato preso dimira il capo della rete locale di Hamas. Lo hanno riferito l'Idf e lo ShinBet. (Corriere della Sera)

Lo fa in occasione della preghiera del venerdì, dove è tornato a guidare per la prima volta in 5 anni i sermoni e durante la quale ha dichiarato che "il 7 ottobre è stato un attacco legittimo così come la nostra risposta ai crimini Israele". (Il Giornale d'Italia)

Qui per la prima volta in cinque anni l'ayatollah Khamenei guiderà i sermoni durante le preghiere del venerdì. Milano, 4 ott. (il Dolomiti)

Iran, Khamenei e il sermone con il fucile: non è la prima volta

«È una grande perdita ma la resistenza prosegue», le parole del leader della repubblica islamica che esorta: «Questi martirii e il sangue versato non devono scuotere la vostra determinazione, ma rendervi ancora più tenaci». (Corriere TV)

Gli impianti petroliferi iraniani nel mirino di Israele, che prepara la risposta ai missili lanciati martedì su Tel Aviv e Gerusalemme. Israele ha ordinato per la prima volta di evacuare tutto il sud del Libano e di spostarsi a nord del fiume Litani. (La Stampa)

Aveva un fucile accanto a sé la Guida Suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, nel suo sermone a Teheran, pronunciato giorni dopo l'attacco missilistico iraniano contro Israele e a una settimana dall'uccisione a Beirut del leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah. (il Fatto Nisseno)