Dazi Usa: dopo il boom, l'export di vino è già fermo. E i costi schizzano
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«Adesso è tutto fermo, perché gli importatori hanno paura ». Lallarme sulla situazione del vino negli Stati Uniti arriva direttamente da Micaela Pallini, presidente di Federvini, che sottolinea come la paura che Donald Trump introduca dazi sulle merci dellUnione Europea abbia paralizzato il mercato quando al 2 aprile, data chiave indicata proprio dal presidente Usa, manca sempre meno. Ma le sirene di avvertimento suonano anche per chi tiene alto il made in Italy al di là dellAtlantico, come nel caso di Roberto Caporuscio , pizzaiolo di riferimento a New York e proprietario di Kesté Pizza & Vino, che ammette come la stessa incertezza sui dazi può compromettere l'intero comparto. (Italia a Tavola)
Se ne è parlato anche su altri media
“Cari Amici. Da ieri, 2 maggio, il nazismo è ritornato in Europa. A Odessa 46 russi, ortodossi di religione, sono stati trucidati da un'orda nazista con metodi nazisti, gli stessi che le armate di Hitler usarono contro le popolazioni, rinchiudendo interi villaggi dentro fienili per poi dare loro fuoco. (Il Giornale d'Italia)
È quella la data in cui gli Usa, guidati dal presidente Trump, potrebbero scatenare una guerra commerciale mondiale che, è stato stimato, potrebbe provocare un danno potenziale al 12% del commercio mondiale. (Corriere della Sera)
– La cosiddetta ‘guerra dei dazi’ “ci spaventa perché abbiamo un settore dell’esportazione che è molto forte e dobbiamo stare attenti. Dobbiamo capire quali sono i prodotti che possono avere il danno maggiore, sicuramente l’agroalimentare e le produzioni agricole, anche il settore farmaceutico e il settore moda che è un settore che si rivolge a mercati ricchi”. (Gazzetta Matin)
“I dazi preoccupano i produttori di vino senese. Ma è evidente che anche le sole minacce hanno già portato a conseguenze negative nei rapporti commerciali fra Italia (ed Europa) e Stati Uniti. (SIENA FREE)
Però qualcosa… Uno dopo l’altro, i prodotti italiani hanno cominciato a esser spediti più rapidamente, col porto e l’interporto di Livorno quale crocevia delle preoccupazioni per quel che potrebbe accadere. (La Repubblica Firenze.it)
Ma soprattutto vedono come fumo negli occhi la confusione e l’incertezza che regna in questi giorni scanditi da annunci, spesso contraddittori: fughe in avanti e brusche ritirate. In attesa di maggiore chiarezza, il piatto in gioco è davvero notevole: secondo le ultime stime di Unioncamere Piemonte, infatti, nel 2024 l’export della regione verso gli Us… (La Repubblica)