La grande delusione fra i sostenitori di Kamala Harris

La grande delusione fra i sostenitori di Kamala Harris
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Tiscali Notizie ESTERI

Fu Hillary Clinton. "È deludente perdere qualcosa per cui si è lavorato così duramente. Qualcosa che si ama - dice George Stowe dalla North Carolina - ma sono felice di vivere in un Paese in cui possiamo scegliere i nostri leader. E, anche se in democrazia non si vince sempre, è deludente. È difficile, ma almeno viviamo in un Paese in cui possiamo votare, dove possiamo fare campagna elettorale". Dalla Georgia Nan Orrock, senatrice locale, ha una visione diversa. (Tiscali Notizie)

Ne parlano anche altri media

Perché Kamala Harris ha perso contro Donald Trump Kamala Harris ha perso contro Donald Trump. Non si è verificato quell’effetto donna, sperato dai democratici, sulle elezioni americane. Non c’è stata la fiducia che Harris avrebbe voluto conquistare invocando dignità e buonsenso. (La Stampa)

Sassolini di Lehner Non bastano le bombole di ossigeno, le punture di adrenalina, la posizione supina con le gambe sollevate a 45 gradi, per far riprendere i sensi ai colleghi tifosi sviscerati della dematerializzata Kamala Harris, lo zero assoluto in quanto ad arte della politica. (L'Opinione delle Libertà)

"Letteralmente da nessuna parte? Neanche in una contea?", domanda a King, che risponde "Letteralmente da nessuna parte". La risposta è impietosa: "Accidenti!", esclama Tapper vedendo la mappa completamente grigia. (la Repubblica)

Kamala Harris ha perso e anche male, ecco gli errori che la sinistra continua a commettere ovunque

Dietro la vittoria di Donald Trump e il suo ritorno alla Casa Bianca emergono in queste ore dati scioccanti per la sinistra americana (ma anche per quella nostrana). (Secolo d'Italia)

Per conquistare gli Stati in bilico, e imboccare la strada verso la Casa Bianca, Kamala Harris e Donald Trump hanno affrontato queste grandi mutazioni americane degli ultimi decenni, sempre più rapide, provando ad affacciarsi oltre le basi tradizionali dei rispettivi partiti: le grandi città, i laureati, le minoranze per i democratici; le aree rurali e depresse, i bianchi poco istruiti, ma anche gli americani più ricchi per i repubblicani. (Corriere della Sera)

Quando il suo nome emerse come possibile rimpiazzo del presidente Joe Biden in qualità di candidato democratico per la Casa Bianca, tutto faceva prevedere che sarebbe finita com’è poi finita davvero. E’ stata negli ultimi quattro anni il vicepresidente più insignificante della recente storia americana. (InvestireOggi.it)