Seul, proteste e tensioni dopo il tentato golpe
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A Seul, il giorno successivo al tentato golpe, la situazione rimane tesa. Migliaia di cittadini si sono radunati davanti alla sede del Parlamento per manifestare pacificamente contro la dichiarazione, poi ritirata, della legge marziale da parte del presidente Yoon Suk-yeol. La decisione, presa in un improvviso appello televisivo, aveva scatenato il caos nella capitale sudcoreana, con immagini di soldati che entravano in Parlamento e carri armati per le strade.
Il presidente Yoon, nel suo discorso, aveva giustificato la mossa come necessaria per "salvare la democrazia" di fronte a una non meglio precisata emergenza legata a simpatizzanti della Corea del Nord. Tuttavia, il Congresso ha prontamente bloccato l'iniziativa, aumentando ulteriormente la tensione nel paese. La revoca della legge marziale non ha placato gli animi, e le proteste continuano, sebbene per ora in modo pacifico.
La Banca Centrale della Corea del Sud è intervenuta per rassicurare i mercati, cercando di stabilizzare la situazione economica dopo la tumultuosa giornata di ieri. Le alte istituzioni del paese stanno cercando di gettare acqua sul fuoco, ma la mossa avventata del presidente potrebbe costargli il posto. La dichiarazione di Yoon, infatti, ha sollevato dubbi sulla sua capacità di governare in un momento così delicato per la nazione.
In questo contesto, la Corea del Sud, che ha un ruolo cruciale a fianco degli Stati Uniti e all'interno del mondo occidentale, cerca di mantenere la stabilità interna senza compromettere i suoi impegni internazionali.