Aspettando Cecilia Sala. Cronache da una Teheran alla canna del gas ma che vuole trattare sul nucleare
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Ho appreso appena tornato in Italia di essere arrivato a Teheran solo ventiquattrore dopo l’arresto di Cecilia Sala. Durante la settimana appena trascorsa in Iran per realizzare un reportage sulla nuova amministrazione Pezeshkian, pur avendo avuto una decina di incontri con le autorità iraniane, non ho mai percepito nessun segnale della crisi diplomatica in atto tra il nostro paese e la Repubblica islamica. (L'HuffPost)
Ne parlano anche altre testate
Oggi saranno undici giorni che la giornalista italiana Cecilia Sala è stata arrestata in Iran, dove è detenuta in isolamento nel carcere di Evin. (Il Sole 24 ORE)
Teheran vorrebbe in cambio la liberazione di Mohammad Abedini Najafabani, detenuto in Italia e su cui pende una richiesta di estradizione degli Stati Uniti. Proseguono le trattative per il rilascio di Cecilia Sala, la giornalista arrestata in Iran il 19 dicembre. (Fanpage.it)
Per questo, in contatto col Governo, ci siamo attenuti alla massima discrezione richiesta. Ma le notizie sulle sue condizioni di detenzione sono allarmanti. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
– La strada per riportare a casa Cecilia Sala, la giornalista arrestata in Iran, ma di fatto presa in ostaggio, con l'accusa di aver violato le leggi islamiche è molto stretta, piena di insidie e di ostacoli. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
Pur senza scendere nei particolari, Teheran ha spiegato che la reporter “si è recata in Iran il 13 dicembre con un visto giornalistico ed è stata arrestata il 19 dicembre per aver violato le leggi della Repubblica islamica dell’Iran”. (Nicola Porro)
Angoscia per Cecilia Sala, detenuta in Iran, l'urgenza della pace in Ucraina e in Medio Oriente, l'aumento delle spese militari (molto di piu’ delle spese per l’ambiente) necessarie dopo l'aggressione della Russia e il ruolo centrale dei giovani, alcuni degli argomenti centrali nel discorso del Presidente. (ilmattino.it)