Eddie Jordan lascia un’eredità da 554 milioni e un’impronta indelebile nella Formula 1

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SPORT

Eddie Jordan, l’irlandese che ha rivoluzionato il mondo della Formula 1 con il suo carisma e la sua eccentricità, è morto a 76 anni dopo una lunga battaglia contro una malattia che lo ha accompagnato negli ultimi anni. La notizia, annunciata dalla famiglia e poi confermata dalla Formula 1, ha scatenato un’ondata di tributi da parte di scuderie, piloti e appassionati, che lo ricordano come una delle figure più iconiche del paddock.

Nato con un innato fiuto per gli affari, Jordan, soprannominato The Stroker (il furbo), ha sempre ammesso di essere disposto a fare “qualsiasi cosa” per raggiungere i suoi obiettivi, pur restando entro i confini della legalità. Da giovane venditore di tappeti a fondatore di una delle scuderie più amate e controverse della Formula 1, la sua carriera è stata un mix di genialità, audacia e un pizzico di follia. La Jordan Grand Prix, fondata nel 1991, non ha solo lasciato il segno per i suoi risultati sportivi, ma anche per aver lanciato talenti del calibro di Michael Schumacher, Rubens Barrichello e Alexander Zanardi.

Tra i momenti più memorabili della sua avventura in Formula 1 c’è il Gran Premio del Belgio del 1998, una gara che ha scritto la storia. In quell’occasione, la Jordan ottenne una doppietta con Damon Hill e Ralf Schumacher, un risultato inaspettato che rimane impresso negli annali dello sport. Ma la vera eredità di Jordan non è fatta solo di trofei e piazzamenti: è la sua capacità di vedere oltre, di scommettere su giovani piloti e di trasformare una scuderia di seconda fascia in un sogno mondiale.

La sua vita privata, sempre tenuta lontana dai riflettori, è stata segnata da una riservatezza che ha rotto solo negli ultimi mesi, quando ha condiviso qualche riflessione sulla sua malattia. Alla moglie e ai quattro figli ha lasciato un patrimonio stimato in 554 milioni di euro, frutto di una carriera vissuta all’insegna della determinazione e della passione.