TikTok scende a patti con Trump per salvarsi la pelle (di A. Sarno)
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Centosettanta milioni di utenti sono un buon motivo per tentare il tutto per tutto contro la legge divest-or-ban. TikTok in una sola giornata ha deciso di giocarsi le ultime carte: ha prima chiesto alla Corte Suprema degli Stati Uniti di sospendere l’applicazione della norma che obbliga la sua società madre cinese, ByteDance, a vendere l’app entro un mese, pena il bando definit… (L'HuffPost)
Ne parlano anche altre testate
Donald Trump ribalta la sua posizione su TikTok e si schiera contro il possibile ban dell’app negli USA, perché durante la campagna elettorale ha fatto “miliardi di visualizzazioni” sul social cinese. L’ex presidente, che nel 2020 aveva tentato di vietare il social network, ora si dice favorevole alla sua permanenza sul mercato americano. (Tech Princess)
Il servizio cinese di hosting di video brevi TikTok sta facendo un ultimo disperato tentativo per impedire un potenziale divieto negli Stati Uniti facendo appello alla Corte Suprema. (Il Dubbio)
Dalla situazione in Medio Oriente all’economia statunitense. (Sky Tg24 )
La piattaforma, di proprietà di ByteDance con sede a Pechino, ha presentato anche un ricorso d'urgenza alla Corte Suprema per ottenere un'ingiunzione temporanea che ritardi l'entrata in vigore del divieto sull'app, mentre l'azienda cerca una revisione formale da parte dei giudici. (Sky Tg24 )
Col respingimento , da parte della corte d’appello di Washington, negli Stati Uniti, di congelare l’entrata in vigore della legge federale che costringe TikTok a dissociarsi dalla sua società madre, la cinese ByteDance, pena l’essere bandito dal mercato americano, la strada per la software house asiatica per far valere le proprie ragioni si fa sempre più stretta. (Start Magazine)
Usa, TikTok chiede a Corte Suprema di sospendere divieto app Washington, 17 dic. Venerdì una corte d'appello degli Stati Uniti ha respinto il tentativo del social network di mettere in discussione la costituzionalità di una legge che richiede a TikTok di separarsi dai suoi proprietari cinesi. (QUOTIDIANO NAZIONALE)
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